venerdì, 17 maggio 2024

Interviste

Progettare varchi di sicurezza per spazi pubblici: da Gunnebo 5 regole d’oro

Intervista a Tim Ward, esperto globale di Gunnebo, e a Mauro Bonetto, Public Plus Manager di Gunnebo Italia

28/06/2016

L’accesso ai luoghi aperti al pubblico deve essere possibile e idealmente agevole, ma non per questo illimitato: anche in questi spazi è fondamentale regolare flussi e prevenire accessi indesiderati o pericolosi, senza però scoraggiare o escludere nessun utente. Nell’intervista che segue, Tim Ward, esperto globale di Gunnebo in materia, e Mauro Bonetto, Public Plus Manager di Gunnebo Italia, spiegano quali siano gli accorgimenti più importanti per implementare un corretto controllo degli accessi ai luoghi pubblici.

Come si può evitare che l’introduzione di sistemi di controllo accessi nei luoghi pubblici scoraggi gli utenti?

Tim Ward: “Per prima cosa la soluzione di sicurezza va implementata tenendo conto dei fisiologici tempi di adattamento degli utenti. Per chi frequenta da tempo una biblioteca o un centro civico, trovarsi dall’oggi al domani davanti a barriere e tornelli sarebbe una sorpresa e gli utenti potrebbero non sapere come comportarsi. Il problema è che anche il personale potrebbe non essere in grado di spiegare loro modalità di funzionamento e motivi di introduzione del sistema. Per questo è sempre importante procedere per gradi, attribuendo grande importanza alla comunicazione quando si introducono novità di questo tipo.”

Mauro Bonetto: “In alcune realtà italiane del trasporto pubblico (dove le soluzioni Gunnebo sono ampiamente diffuse), la novità costituita dalla timbratura in uscita dalle stazioni metropolitane è stata ampiamente preannunciata e preceduta da una fase in cui i varchi erano sempre aperti e la timbratura all’uscita facoltativa; la chiusura è stata graduale e adeguatamente comunicata, e questo ha permesso di abituare personale e utenti al nuovo sistema”.

Potete suggerire altre modalità per ridurre l’impatto sull’utenza, pur preservando le necessarie funzioni di regolazione dei flussi e di prevenzione dei rischi?

Tim Ward: “Un altro aspetto da valutare con cura è l’opportunità di differenziare i livelli di sicurezza: anche nei luoghi pubblici, alcune aree non sono affatto 'pubbliche', e sarebbe decisamente inefficace adottare sistemi di controllo uniformi per tutte le sezioni. Basti pensare agli ospedali, dove una regolazione degli accessi che consenta rapidi flussi e orienti senza creare ostacoli è opportuna, ad esempio, nei reparti di pronto soccorso, mentre l’accesso alle aree dove sono conservati farmaci deve essere consentito solo al personale autorizzato.”

Mauro Bonetto: “Trovare soluzioni differenziate per ogni livello di sicurezza richiesto non è difficile: la gamma di soluzioni disponibili è ampia, e con l'aiuto di personale qualificato è possibile identificare sempre la soluzione giusta per ogni situazione.”

Nel controllo accessi è opportuno evitare soluzioni sottodimensionate, valutando correttamente l’equilibrio soprattutto tra il flusso possibile attraverso le barriere e quello atteso di persone che le utilizzeranno. Potete portare qualche esempio?  

Tim Ward: “Se il numero di varchi è insufficiente rispetto al numero di accessi previsti, è evidente che si formeranno code, con la conseguente formazione di 'colli di bottiglia' e possibili frustrazioni nell'utenza. Inoltre, non si deve mai dimenticare che, proprio per la natura pubblica dello spazio, è quasi impossibile prevedere se fra gli utenti ci saranno persone che richiederanno assistenza, e in quale misura. Questa eventualità potrebbe rallentare ulteriormente il flusso: va quindi controbilanciata con un'adeguata capacità di transito.”

Mauro Bonetto: “Un esempio di perfetto coordinamento fra capacità di flusso richiesta e fornita è offerto dalle barriere alla stazione San Siro della linea 5 della metropolitana milanese, automatizzata e senza conducente, con treni che arrivano e ripartono ogni tre minuti e possono contenere fino a 500 persone. Per evitare inutili assembramenti in banchina e fenomeni di 'arrembaggio' ai treni, potenzialmente pericolosi, le barriere Full-O-Stile di Gunnebo installate in questa stazione si bloccano automaticamente dopo il passaggio di 450 persone e si riaprono dopo pochi minuti, quando le persone transitate in precedenza saranno ormai sul treno e avranno quindi lasciato spazio libero in banchina.”

Capita spesso di rilevare la presenza di dispositivi che intimoriscono il pubblico...

Tim Ward: “Installare macchinari che solo per la loro mole rischiano di inibire gli utenti e intimidirli può avere risvolti positivi in siti di massima sicurezza, ma è normalmente inopportuno in un luogo pubblico. Oltre a rallentare i flussi, varchi minacciosi possono lasciar presagire un livello di rischio superiore a quello reale e ingenerare nei visitatori una preoccupazione inutile, pregiudicando la possibilità di un'esperienza positiva.”

Mauro Bonetto: “Per questo motivo, in molti luoghi quali musei e biblioteche sono presenti barriere Gunnebo, selezionate di volta in volta in base al livello di sicurezza richiesto, ma sempre caratterizzate da un'estrema facilità d'uso e da un design accattivante che non respinge gli utilizzatori.”

Barriere e corsie preferenziali: qual è la vostra opinione a riguardo? 

Tim Ward: “Si deve sempre ricordare che le barriere presentano una vocazione inclusiva: controllano tutti senza fare distinzioni o preferenze, ed è giusto che sia così. Permettere a dipendenti o gestori dei luoghi pubblici di saltare i controlli senza un valido motivo non è generalmente una buona idea: il livello complessivo della sicurezza si abbassa e si lasciano spiragli nel sistema, dei quali potrebbero facilmente approfittare persone non autorizzate. Coinvolgere invece il personale e spiegare che, esemplificando l'uso corretto dei varchi, tutti contribuiscono al buon funzionamento del sistema di sicurezza, rappresenta sicuramente una strategia più efficace.”

Mauro Bonetto: “Tra l'altro esistono esempi illustri. Le barriere Gunnebo sono state installate anche in sedi come Palazzo Chigi, dove, anche grazie alla facilità d’uso, molte importanti personalità le hanno utilizzate di buon grado, mostrando come non sia necessario creare corsie preferenziali: quando un sistema è efficiente, lo è per tutti!”

In fotografia, gli Hidden Gate installati all’aeroporto di Palermo

www.gunnebo.it

 

 

 



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