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Smart City tra progettazione, trasformazione digitale e privacy

05/10/2022

della Redazione

Nel seminario che si è tenuto a secsolutionforum2022 dedicato alla sicurezza urbana integrata, si è affrontato il tema sotto una connotazione diversa. La materia della sicurezza urbana, infatti, soprattutto a seguito del Covid, abbraccia ora anche in maniera massiva la protezione sanitaria e - con i recenti scossoni geopolitici - anche, forse, contro le minacce terroristiche o peggio. Del resto la definizione di sicurezza “urbana”, di per sé dinamica, ha sempre più a che fare con il tema della percezione di sicurezza nel contesto urbano, quindi la città sicura, la città smart, oggi deve di necessità essere anche Covid-free e, speriamo non ci si debba mai arrivare, anche war-free. 

Ma – questa è la buona notizia - la raccolta di dati dai vari sensori disseminati sul territorio (posti sulle telecamere ma non solo) e l’intelligenza artificiale permettono già oggi di simulare scenari e di ipotizzare dove potranno svilupparsi, ad esempio, nuovi focolai di Covid o altre minacce alla sicurezza urbana. 

L’uso della sensoristica in campo e del wi-fi pubblico permettono infatti già oggi di monitorare la mobilità in tempo reale e di potenziare gli strumenti di emergenza e allarme delle città. 

Rapidi correttivi

Mappando le città in base al loro grado di “rischio Covid-19”, ma anche ad altre tipologie di rischio (incendio, degrado, criminalità etc), si potrebbero mettere in campo dei correttivi rapidi ed efficaci, partendo dall’assicurazione dei servizi prioritari: rifiuti, sanificazione delle strade, distribuzione mirata delle forze di sicurezza, immediata convocazione di task force per agevolare le categorie a rischio nell’approvvigionamento di cibo, farmaci ecc. Da lì si potrebbe partire con lo step successivo: un modello di partenariato pubblico-privato che metta a fattor comune tutti i dati rilevanti per minimizzare l’impatto delle emergenze nella vita sociale e nelle attività economiche. 

Il convitato di pietra

Ma – c’è sempre un ma – per potenziare gli strumenti che già oggi permettono di innescare un allarme precoce, il grande assente, il solito convitato di pietra, è la pubblica amministrazione, che stenta ancora a svecchiarsi.  

Per visualizzarle gli interveti di Giulio Iucci, Presidente di ANIE Sicurezza - Alessandro Bove, Ricercatore di tecnica e pianificazione urbanistica,Università di Padova - Marco Soffientini, Avvocato, esperto di Privacy e Diritto delle nuove Tecnologie,docente Ethos Academy - Francesco Paradiso, Business Development Manager Italy,Hanwha Techwin Europe Ltd apri il pdf allegato. 

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