lunedì, 22 luglio 2024

Articoli

Protezione perimetrale: ben oltre il sensore

07/06/2023

Questa volta le pillole “for dummies” dedicate ai professionisti affronteranno un tema decisamente “rognoso”, ossia quello delle tecnologie operative nell’ambito della sicurezza perimetrale, ovvero: la parte più complessa e delicata degli impianti antintrusione, in fatto di approccio al tema e di realizzazione sul campo poi. Tutti sappiamo infatti come la protezione perimetrale rappresenti una componente essenziale, il vero primo “gradino” che qualsiasi sistema di sicurezza integrata deve possedere, giacché dovrà essere in grado di rilevare, con i propri sensori, qualsiasi evento indesiderato riconducibile alla sfera della security.

di Giovanni Villarosa - Laureato in Scienze dell’Intelligence e della Sicurezza, esperto di Sicurezza Fisica per Infrastrutture, CSO e DPO, membro del comitato tecnico-scientifico del CESPIS, Centro Studi Prevenzione, Investigazione e Sicurezza

In linea di massima possiamo definire come “protezione perimetrale” quel sistema, o complesso di sistemi, appositamente progettati per realizzare, tecnologicamente, un primo “anello di sicurezza” adatto e adattabile a proteggere qualsiasi “confine” di un edificio  e/o infrastruttura. 

Generalmente, qualsiasi protezione va installata sempre a ridosso del perimetro fisico, come i sensori posti sui muri esterni, sui serramenti, sulle aperture/vetrate, etc (protezione perimetrale “interna”). Le protezioni installate lungo il confine più esterno della proprietà, come ad esempio i sensori sui muri e/o sulle recinzioni metalliche, andranno invece classificate come protezione perimetrale “esterna”,  potendo utilizzare, in questa installazione specifica, diverse soluzioni tecnologiche (Doppler, Cavi attivi, IR attivi, Piezoceramici, etc) dalle molteplici funzioni (sensori interrati/pavimento, su recinzioni, volumetrici esterni, etc), ma che posseggano almeno due caratteristiche principali: siano  scalabili e integrabili tra loro.

Sistema integrato = competenze!

Ora, dotarsi di un’adeguata protezione perimetrale, possibilmente integrata, utilizzando sistemi di sicurezza con componenti hardware e software sempre più performanti ed efficienti, necessita però di un ulteriore componente, ancora più determinante e importante: una skillata professionalità, cosa rinvenibile solo nel professionista preparato! La “sorveglianza” dei perimetri fino a qualche anno fa era infatti “relegata” ad una certa tipologia di sensoristica; componenti strettamente legati a tecnologie ben specifiche e limitate, che non necessitavano particolari conoscenze, né trasversali, né tanto meno specializzate. Era sufficiente una preparazione professionale tipicamente “impiantistica” per realizzare impianti “efficaci & efficienti”. Oggi non è più così, perché questa “specializzata” tipologia di impianti ha assunto nel tempo uno spiccato ruolo di “security” all’interno di ogni sistema di sicurezza integrata (antintrusione, videosorveglianza, controllo accessi); di fatto, nell’ultimo quinquennio tecnologico, in questo particolare settore c’è stata una stimolante rivoluzione proprio nell’uso integrato di certe tecnologie “fisiche e logiche”, fino a qualche anno fa impensabili.

L’evoluzione

Un  capovolgimento copernicano che ha sovvertito il robusto monopolio fino ad oggi saldamente in mano ad una “specializzata” sensoristica (sviluppata per semplici sistemi antintrusione), una rivoluzione che ha favorito lo sviluppo di nuove apparecchiature hardware (sensori allo stato solido) dalle capacità adattive supportate dall’Intelligenza Artificiale e da potenti algoritmi contenuti nei software per la gestione dei dati provenienti dal campo, come i segnali video, i segnali di allarme, etc; un classico esempio su tutti è ben rappresentato dagli attuali sistemi di videosorveglianza dotati di software per l’analisi video. Peraltro, le attuali tecnologie video offrono performance che vanno ben al di là della semplice visione/registrazione delle immagini live o da remoto, e proprio grazie a questa applicazione oggi siamo in grado di poter “pensare” a protezioni perimetrali funzionali ed efficaci, ma soprattutto immuni dai “cronici” problemi che affliggevano “congenitamente” la sensoristica esterna tradizionale. 

Analisi video evoluta

Tuttavia, la videoanalisi non va confusa con la superata “funzione” del motion detection, obsoleta possibilità di verifica di presunti allarmi basata sull’elementare sistema di rilevazione dei movimenti (videosorveglianza analogica) che calcolava, grossolanamente, il numero di pixel variati nell’unità di tempo nel tentativo di riconoscere poi dei movimenti, rilevandosi invece una fonte immensa di allarmi multipli, tipicamente “falsi positivi”, spesso generati da fattori ambientali, climatici, dagli errori macchina, etc. Mentre l’analisi video si basa su applicazioni logiche che generano automaticamente risposte “esclusive” solo su quanto avviene all’interno delle sequenze video, utilizzando le informazioni contenute nei “metadati” utilizzati per discriminare forme e comportamenti di persone, auto, oggetti, rilevati nelle sequenze video, generando gli output di alert che potranno essere successivamente gestiti con particolari software e/o hardware o, piuttosto, con codificate procedure di security.

Concludendo: per avere una giusta integrazione è fondamentale che questi “sistemi” risultino sempre aperti a comunicazioni bidirezionale tra le diverse tecnologie. Una cosa abbastanza semplice quando i prodotti appartengono allo stesso produttore, ma ben più complicata quando i sistemi provengono da brand diversi: in tal caso gli standard tecnologici andranno quanto meno condivisi per garantirne la possibile integrazione.



Tutti gli articoli