Per chi dispone di un impianto antincendio, i controlli periodici sul funzionamento del sistema sono fondamentali per osservare le prescrizioni della legge ed evitare sanzioni (anche penali) in caso di danni a persone. Ciò è valido sia quando l’impianto di rilevazione incendio sia relativamente giovane, sia quando registri un’età più importante, precisamente oltre 12 anni di vita.
di Piervittorio Allevi - Security Specialist e ideatore di Noi Sicurezza, la piattaforma punto di incontro per chi ha necessità di richiedere una consulenza di sicurezza, informarsi o ricevere consigli professionali
Possiamo individuare tre tipologie di controlli, sulla base del ciclo di vita dell’impianto.
Controlli previsti dal primo al sesto anno - Per i nuovi impianti di rilevazione incendio, per il primo anno è necessario un controllo del funzionamento di almeno il 50% di tutti i dispositivi, almeno il 25% ad ogni intervento. Gli interventi da fare sono minimo due all’anno, a una distanza non inferiore di 5 mesi. L’anno successivo dovrà essere controllata l’altra metà dell’impianto, e così via fino al sesto anno incluso.
Controlli previsti dal settimo al dodicesimo anno - Poiché un impianto antincendio è soggetto a obsolescenza, dal settimo al dodicesimo anno i controlli vanno intensificati. Ogni anno deve essere eseguito il controllo del 100% dei dispositivi presenti, in due momenti di manutenzione distinti, che devono verificarsi in un intervallo non inferiore a 5 mesi. Non c’è altra strada rispetto al controllo totale, ogni anno.
Controlli previsti dal tredicesimo anno in poi - Al tredicesimo anno, il sistema antincendio deve essere sottoposto a verifica generale, un nuovo “controllo preliminare dell’impianto”, un collaudo completo dello stesso, per verificare che non siano intervenute modifiche sostanziali al sistema e controllare l’effettiva disponibilità di parti di ricambio per i vari componenti installati.
Dopo questo primo passaggio, si deve procedere con una delle seguenti opzioni:
1. revisione in fabbrica, riportando ogni dispositivo all’originario stato di efficienza. Questa operazione può essere eseguita in accordo con la casa produttrice per il ripristino totale del dispositivo;
2. esecuzione della prova reale - viene effettuato un vero e proprio test di funzionamento di tutti i dispositivi, confrontandoli con identici rilevatori nuovi. Il ritardo esistente-nuovo non deve superare il 20%;
3. sostituzione rilevatori con nuovi dispositivi compatibili secondo il produttore. L’anzianità si inizia a calcolare dal giorno di nuova installazione.
Ma qual è la soluzione migliore per chi ha un impianto di 13 o più anni? Apparentemente le scelte 1 e 2 paiono le più conservative, ma sono di difficile realizzazione. Non è detto che un produttore garantisca la revisione in fabbrica. Quanto alla prova reale, è tutt’altro che facile da organizzare in un sito dove sia presente un impianto antincendio; tra l’altro, oltre a pericoli per merci eventualmente presenti, l’impianto potrebbe non superare il test. Per questi motivi, la soluzione in realtà più efficiente è la sostituzione dei rilevatori, che permetterà al contempo di dare nuova vita all’impianto, dal momento che ogni sostituzione fa ripartire da zero l’anzianità del componente.
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