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Videosorveglianza: occhio a proteggere l’alimentazione

Videosorveglianza: occhio a proteggere l’alimentazione
18/07/2024

di Davide Marcomini - MD sistemi - Top Security Advisor

Quando si parla di videosorveglianza si pensa subito alle telecamere - che sono senza alcun dubbio una parte essenziale del sistema di videocontrollo - ma ci sono aspetti non meno importanti che vengono spesso trascurati. Come la protezione del circuito di alimentazione.

Quello della videosorveglianza è il ramo della security che ha vissuto la maggiore evoluzione, passando in pochi anni dall’essere riservata a pochi - con apparecchiature poco performanti, esteticamente discutibili e dalle dimensioni ingombranti – a diventare un “must have” per chiunque. I costi contenuti e la facile reperibilità delle apparecchiature porta oggi l’utente medio, con poca esperienza, a pensare di poter semplicemente “montare” qualche telecamera qua e là per raggiungere lo scopo. Nella realtà dei fatti, tralasciando la scelta dei componenti che è pur sempre un aspetto fondamentale, quello che noto maggiormente nella stragrande maggioranza dei casi è la quasi totale assenza di attenzione verso la protezione del circuito di alimentazione. 

Proteggere l’alimentazione

Una telecamera standard, così come un’apparecchiatura di registrazione (DVR/NVR/o XVR), che sia analogica e quindi sfrutti la connessione tramite cavo coassiale o che sia IP e dunque comunichi via protocolli di rete su cavo ethernet, necessita di una fonte di alimentazione che in genere proviene dalla rete elettrica domestica e/o aziendale, la quale tramite appositi alimentatori e/o switch POE (Power Iver Ethernet) si occupa di fornire la tensione e la corrente necessarie ai dispositivi. Quello che purtroppo avviene e sul quale vorrei porre un particolare accento è l’importanza che questa rete sia quanto più stabilizzata possibile. 

Serve una rete stabile

Spesso si collegano le telecamere o gli apparati di registrazione alla prima presa disponibile senza tenere in considerazione che queste apparecchiature sono sempre più simili a dei computer e pertanto dotate di sistemi operativi e dischi o memorie per la gestione delle registrazioni, e come tali richiedono di eseguire l’avviamento/spegnimento secondo una procedura ben precisa. Si pensi ad un PC e a come windows esegue l’avvio e lo spegnimento: lo stesso vale per le telecamere o il videoregistratore. Ogni spegnimento repentino e relativo riavvio contribuisce in qualche modo compromettere il buon funzionamento del SO e delle memorie. 

Perché proteggere la rete

Ma se viene più spontaneo proteggere un computer (almeno quelli fissi), non sempre si pensa di proteggere allo stesso modo un sistema di videosorveglianza. Lo spegnimento repentino è infatti nemico delle apparecchiature di videosorveglianza, ma lo sono anche i cosiddetti “sbalzi” sulla rete. Abbassamenti o innalzamenti del tutto casuali e inaspettati che possono provocare danni ai dispositivi che nel tempo possono portarli anche a guasti definitivi. 

Non è opzionale

Proteggere le apparecchiature è di per sé un’operazione semplice e non dovrebbe essere considerata un’opzione se si ha a cuore l’investimento: è sufficiente inserire quello che normalmente viene definito UPS (acronimo di Uninterruptible power supply, che letteralmente significa “fornitura di energia ininterruttibile”). L’UPS non solo è in grado di far funzionare le telecamere anche in assenza di rete per un tempo variabile (a seconda di qualità e tipologia), ma anche e soprattutto può attenuare o azzerare i pericolosi sbalzi di corrente. 

Come funziona l’UPS

L’UPS - o gruppo di continuità - dispone di una o più batterie al suo interno che, grazie ad una particolare gestione elettronica tramite inverter, sono in grado di restituire la corretta tensione di rete (tipicamente 230V ac) anche in assenza di quella primaria e/o in caso di intervento di una protezione interna (salvavita differenziale o magnetotermico) e di sopperire agli sbalzi restituendo una corrente stabilizzata.  Sul piano meramente economico, questo piccolo accorgimento – da calcolarsi comunque sulla base delle necessità - non solo restituirà resilienza e longevità alle apparecchiature di videosorveglianza, ma potrà in alcuni casi proteggerle da eventuali scariche atmosferiche che, in assenza di idonei scaricatori SPD, si limiterebbero a danneggiare “solo” l’UPS.  Bei soldini risparmiati, insomma. 

Integrità dei dati è integrità del sistema (e della corrente!)

Il principio di privacy by design (art. 25 GDPR) obbliga anche ad adottare misure tecniche e organizzative che proteggano i dati da accessi non autorizzati e da perdite dovute a trattamenti non autorizzati, incidenti tecnici, guasti e attacchi di soggetti esterni. Le misure previste all’art. 32 lettere b) e c) del § 1 devono assicurare su base permanente la riservatezza, l’integrità, la disponibilità e la resilienza dei sistemi e soprattutto la capacità di ripristinare tempestivamente la disponibilità e l’accesso dei dati personali in caso di incidente fisico o tecnico. I sistemi antintrusione prevedono l’installazione le batterie a tampone, perchè non anche il TVCC? Le telecamere prenderanno sempre maggior spazio nei sistemi di sicurezza grazie alla video analisi basata su AI. Un ulteriore motivo per fare si che telecamere e apparecchi di registrazione possano continuare a funzionare anche in assenza di rete elettrica primaria.

 


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