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Controllo accessi: quando chi deve entrare è un veicolo

24/07/2024

della Redazione

Col badge, il transponder portachiavi o lo smartphone, sporgendo il braccio dal finestrino. A distanza, standosene comodamente seduti nell’abitacolo, con il cellulare via Bluetooth o il radiocomando codificato. Riconoscendo il numero di targa oppure un tag applicato al paraurti o sul parabrezza… Il mercato AVI (Automatic Vehicle Identification) offre un ampio ventaglio di soluzioni per riconoscere gli automezzi e controllare gli accessi in azienda attraverso uno o più varchi veicolari. Ognuna con i suoi pro e contro.

Un moderno sistema elettronico di controllo accessi aziendale, oltre all’utenza costituita da persone fisiche, deve essere in grado di gestire e tracciare anche le “cose” che entrano ed escono dallo stabilimento. Tra gli “oggetti” in movimento che possono essere tenuti sotto sorveglianza vi sono i veicoli (vetture, automezzi, mezzi di lavoro ecc.), siano essi parte della flotta aziendale che esterni (visitatori, collaboratori, clienti, fornitori ecc.). Così come avviene per le persone, la prima operazione che il sistema deve eseguire è il riconoscimento automatico dell’automezzo. Una volta individuato l’utente e verificati i relativi diritti di accesso sotto il profilo temporale (quando può entrare e uscire), spaziale (quali passi carrabili può attraversare) e logico (verso di transito, congruenza movimenti ecc.), il veicolo viene autorizzato o meno ad accedere. Negli impianti più avanzati, insieme al mezzo, possono essere identificati anche il guidatore e le altre persone a bordo.

Riconoscimento indiretto

Il mercato AVI (Automatic Vehicle Identification) offre diverse soluzioni per riconoscere in modo automatico i veicoli e controllare l’accesso degli stessi a un’area di sosta, parcheggio, garage ecc.

Il primo sistema è quello basato sull’uso del tradizionale badge formato carta di credito (ottico, magnetico, RFId), ticket QR Code, transponder (ciondolo, portachiavi, braccialetto) oppure smartphone, tutti titoli di accesso in possesso del guidatore. Il conducente porta l’automezzo in prossimità del varco, sporge il braccio dal finestrino o scende dal veicolo, avvicina il proprio dispositivo al lettore posto su una colonnina lato guida, attende il sollevamento della sbarra o l’apertura del cancello e, se autorizzato, entra o esce dall’area riservata. 

Vi sono poi altre due soluzioni affini con il vantaggio, tuttavia, che il conducente se ne può stare comodamente seduto nell’abitacolo. La prima si basa sull’uso dello smartphone, aziendale o personale, in connessione Bluetooth (distanza dell’ordine di pochi metri) mentre la seconda su un radiocomando codificato (diverse decine di metri). Il radiocomando è all’apparenza simile a un classico apri cancello con la differenza che, al momento in cui viene azionato, trasmette al lettore un codice univoco (simile a quello del badge). 

Queste soluzioni, purtroppo, se da un lato hanno il vantaggio di essere economiche, dall’altro non sono sicure: a essere riconosciuto, infatti, non è il veicolo vero e proprio bensì la persona che è alla guida o a bordo.

In alcuni casi (ad esempio quando si movimentano animali, merci ingombranti o pericolose) il “riconoscimento indiretto” può rappresentare un problema.

Riconoscimento diretto

Per identificare in sicurezza il veicolo vero e proprio è necessario impiegare un dispositivo applicato alla carrozzeria, difficilmente rimovibile senza l’uso di un utensile. I dispositivi di riconoscimento più diffusi in questi casi sono la targa e il transponder (attivo o passivo). Nel sistema ANPR (Automatic Number Plate Recognition) o LPR (Licence Plate Recognition) la lettura (tipicamente quella del pannello anteriore) avviene a breve distanza. L’apparecchiatura intercetta e decodifica il numero, verifica se è presente nella sua memoria e trasmette al Controller che gestisce gli accessi il corrispondente codice identificativo a cui la targa è abbinata, proprio come se fosse un classico lettore di badge (interfaccia Wiegand o MagStripe). La seconda soluzione è una sorta di mini telepass autostradale. 

Il veicolo è dotato di un transponder avvitato al paraurti anteriore oppure applicato all’interno del parabrezza, il quale viene intercettato dal lettore quando si avvicina al varco. I benefici offerti da entrambe le soluzioni, quali la certezza dell’identificazione e la comodità d’uso, sono indubbi. Il riconoscimento del numero di targa, tuttavia, può risentire delle condizioni climatiche avverse e dello stato di pulizia del veicolo mentre il mini telepass può essere influenzato dalla presenza di forti campi elettromagnetici. 

Un disallineamento significativo tra lettore e targa (o transponder), inoltre, può causare un mancato riconoscimento. Oltre a un investimento importante, le due soluzioni AVI richiedono una progettazione e una messa a punto impegnative.

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