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Più sicurezza, più business: il retail sotto la lente

22/06/2013

La Redazione

Retail: ogni anno, in tutto il mondo, vengono fermati ben sei milioni di ladri. Per non parlare poi dei responsabili che non vengono individuati, o delle attività di sottrazione indebita messe in atto dai dipendenti. Come arginare questa emorragia di beni e di merci? Le soluzioni sono tante, a partire dalle etichette elettroniche per arrivare alle soluzioni di controllo integrate con la videosorveglianza e la gestione del punto vendita, che consentono non solo di prevenire gli ammanchi, ma anche di organizzare meglio il lavoro e il business. E i retailer sembrano saperlo: dall’Inghilterra, infatti, arriva la notizia che l’utilizzo di sistemi di protezione delle merci è aumentato negli ultimi mesi e pare destinato a crescere.

In tempo di crisi aumentano i furti in tutti i settori, con il retail ovviamente in testa.
I numeri parlano chiaro: sono sei milioni i ladri che vengono presi con le mani nel sacco ogni anno in tutto il mondo, e chissà quanti sono quelli che non vengono colti in fallo. Non basta: un recente studio del Centre for Retail Research rileva che oltre il 78% degli perdite di magazzino (o “ammanchi inventariali”) deriva da infedeltà dei dipendenti. Le merci più ambite sono quelle che costano di più: prodotti elettronici, cosmetici di fascia alta, abbigliamento sportivo ma, con l'acutizzarsi della crisi, anche la carne è diventata una prima scelta.

Sistemi di protezione
Recentemente, la BSIA (British Security Industrial Association) ha pubblicato un’indagine sulle tendenze della sicurezza nel settore retail. Rivelando, in primo luogo, che l’utilizzo di sistemi di protezione delle merci è aumentato del 65% nel corso degli ultimi 12 mesi. Un dato rafforzato dallo studio del Centre for Retail Research, che aggiunge che la percentuale di articoli protetti dai furti è aumentata dal 60% del 2007 al 75% del 2011 per i 50 prodotti più rubati. Ma come si difendono le merci in un grande magazzino, supermercato, ipermercato, ma anche negozio di media dimensione? La maggioranza degli articoli (almeno quelli di valore) è protetta da etichettatura EAS (Electronic Article Surveillance).
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La base è rappresentata dal sistema di controllo accessi, che di solito è costituito da tre elementi: il primo è labarriera fisica, che impedisce fisicamente l’accesso ad una determinata area e che si può ottenere tramite barriere, porte particolari o tornelli che impediscono di far uscire le merci senza autorizzazione (oppure di far entrare persone non munite degli appositi dispositivi di identificazione). E veniamo al secondo elemento, ildispositivo di identificazioneappunto, che oggi è disponibile in diverse forme e diverse tecnologie. Ne citiamo solo alcune: la scheda di prossimità e il lettore RFID; la smart card e il lettore; la carta magnetica e il lettore; il PIN pad e, ultimi in ordine di apparizione, i dispositivi biometrici che sfruttano le caratteristiche univoche della persona come le impronte digitali o la scansione dell’iride. Il terzo elemento rappresenta però il vero cuore del sistema: èil controller della porta e il softwareche viene utilizzato per stabilire chi può accedere in una determinata area, in quale momento e, in determinati casi, anche per quale motivo. Pure qui esistono numerose opzioni: da quello stand-alone che gestisce un singolo varco a quello che, con un unico sistema, controlla più siti anche distanti tra loro.

Integrazione
Unambiente di vendita al dettaglio comprende un numero elevato di clienti, ma anche di personale (che di norma lavora in turni diversi): serve quindi di necessità un sistema di controllo accessi - ma più in generale di sicurezza - realmente integrato, in modo, ad esempio, da controllare non solo che i dipendenti non sottraggano merce, ma anche il loro monte ore, gli straordinari e via dicendo.

Del resto il sistema di controllo accessi di un retail, oggi, non può prescindere dal TVCC, anch’esso in grado di dialogare con il software di gestione, magari su IP.
Ma il mondo del commercio sta cambiando e con esso le relative minacce.
Il retail on line e i sistemi di pagamento elettronici possono infatti essere fonte di nuovi e non trascurabili rischi: è quindi indispensabile che la sicurezza si estenda anche ai pagamenti, tramite le tecnologie di controllo che, anch’esse, viaggiano su IP. E per il futuro, quali saranno le “nuove frontiere” nella prevenzione dei furti nei retail?

Marketing
Axis Commucations ha sponsorizzato quattro diversi sondaggi, condotti dall'agosto 2009 all'ottobre 2010 dalla Swedish Trade Federation Svensk Handel (Svezia), da IDC Retail Insights (Italia), dal Centre for Retail Research (UK) e dal Loss Prevention Research Council (US) e indirizzati a responsabili della sicurezza, dirigenti incaricati della prevenzione dei furti e direttori generali di attività di retail. Secondo questo sondaggio, la maggior parte degli interpellati conosce, e dichiara di voler utilizzare, le diverse applicazioni oggi disponibili per la videosorveglianza in rete.Il 67% degli intervistati dichiara di aver sentito parlare del conteggio delle persone e del conteggio delle code, mentre la maggior parte dei responsabili di sicurezza si è detta molto interessata alla mappatura delle zone calde/fredde. La videosorveglianza, integrata con gli altri sistemi di sicurezza, è quindi ritenuta sempre più indispensabile, e non solo come deterrente: il principale effetto positivo dell’introduzione di tecnologie avanzate di TVCC è infatti -sorprendentemente, diremo - la percezione di sicurezza che ingenera nei dipendenti. Col risultato a cascata che, in un ambiente di lavoro “user friendly”, il dipendente rende di più. Fra gli altri effetti positivi, c’è l’acquisizione di valide prove documentali in caso di reati e la riduzione dei furti.

Una soluzione di sicurezza realmente integrata per il retail consente quindi non solo di ridurre i furti, ma anche di gestire meglio il personale e la stessa vendita. Mediante gli stessi sensori ottici, termici o video che sorvegliano che nessuno porti via qualcosa, è infatti possibile al contempo calcolare il traffico dei clienti e osservare i prodotti più apprezzati. Addirittura, le tecnologie di riconoscimento permettono di tracciare dei veri e propri identikit dei clienti o di suddividerli per tipologia: ad esempio, i giovani, oppure le donne, o, ancora, esaminare il tempo di permanenza in una determinata area dello store, in modo da stabilire le opportune strategie di vendita e da ottimizzare le risorse. Non solo: i sistemi di sicurezza mandano queste informazioni al software ed è quindi possibile avere anche delle vere e proprie mappe delle zone più frequentate del negozio, oppure dei grafici sulle tendenze di acquisto elaborate non più solo su basi teoriche, ma monitorate in tempo reale. In sintesi, la tecnologia ci permette di andare ben oltre la prevenzione del furto e del taccheggio...senza però mai perderla di vista.

 



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