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Metropolitane: ambienti multidimensionali affollati e ad alto rischio

Metropolitane: ambienti multidimensionali affollati e ad alto rischio
17/01/2014

di Elvy Pianca

Sensori e videocamere ultraresistenti agli ambienti ostili, agli sbalzi climatici, alle polveri, al rumore, ma, soprattutto, un’integrazione tra i diversi sottosistemi. Questo è il must per le metropolitane delle nostre città, dove l’esigenza di sicurezza è sempre più avvertita da tutti. La tecnologia potrebbe risolvere tanti problemi, purché si assommino dati ed informazioni e li si riportino in una control room dalla quale, grazie anche al sistema di videosorveglianza, si possa vedere, real time, tutto ciò che succede nelle stazioni, lungo le banchine, sui binari.

Le stazioni di una qualsiasi metropolitana rappresentano delle problematiche di sicurezza davvero molto complesse, come è facile intuire, perché ci passano migliaia, se non milioni, di persone, in quello che, in termine tecnico, viene definito come “mass transit”.

Come garantire, quindi, la sicurezza? Utilizzare i sistemi tradizionali di sorveglianza, infatti, risulta quasi impossibile. E’ per questo motivo che, ad esempio, è necessario che le telecamere di sorveglianza possano effettuare dei cambi di scena analitici, in modo da monitorare i cosiddetti “modelli di routine” e, quindi, di fornire al personale di sicurezza una mappa delle aree e degli orari più a rischio. Ma la vera base, se pensiamo alla sicurezza in una stazione della metropolitana, è, mai come qui, la benedetta integrazione. Sia dei mezzi e sia delle persone, visto che parliamo comunque di un ambiente “multidimensionale” che, almeno in linea teorica, dovrebbe essere gestito da un’unica sala di controllo, nella quale convergono tutti i report e i dati relativi alla sicurezza che, da qui, vengono poi smistati a chi di dovere. Insomma, un lavoro, di necessità, “d’equipe “e per giunta più che in tempo reale…Ma niente paura: la tecnologia ci viene incontro.

Infrastrutture a rischio

Un sistema di trasporto pubblico fa parte già da tempo delle infrastrutture a rischio e, quindi, già esistono sistemi “sincronizzati e integrati”, come, ad esempio, le telecamere di sorveglianza e i sistemi di evacuazione, che offrono percorsi intelligenti in caso di fuga. Le porte che possono essere bloccate o sbloccate, i sistemi di informazione che aiutano in caso di evacuazione, ad esempio, i cui dati arrivano di necessità alla centrale di controllo, possono essere impiegati per la sicurezza di tutte le aree della stazione. Certo, occorrono pianificazione e progettazione accurate, ma non certo impossibili, grazie all’evoluzione dell’IT, che consente di portare la supervisione e il controllo veramente dovunque. Il problema è che, in particolare nei sistemi di sorveglianza e controllo più datati, non ci sono sempre i sistemi operativi centralizzati, così può succedere che il controllo antincendio utilizzi un sistema locale, mentre i controlli della tensione, dei treni e dell’evacuazione non sono sempre connessi tra di loro.

C’è però da dire che, specialmente dopo l’11 settembre 2011 e, particolarmente, dopo gli attentati alle metropolitane di Madrid del marzo 2004 e di Londra del giugno 2005, l’importanza della comunicazione tra i diversi sistemi di sicurezza è, drammaticamente, passata dai dibattiti tra gli esperti all’attenzione di tutti. Purtroppo, in molte applicazioni di sorveglianza nelle metropolitane sono ancora utilizzati i segnali radio o altre forme di comunicazioni, mentre gli ambienti più complessi come, appunto, questo, dovrebbero impiegare delle tecnologie più “condivise”. Ed è qui che si possono inserire con successo le reti IP, che consentono, vale la pena ricordarlo, anche un risparmio sui costi a lungo termine…basta pensare a quanto si può risparmiare in cavi.

Numerosi sensori

Le stazioni di ogni metropolitana necessitano di numerosi sensori per controllare il comportamento in aree differenti. Processare i dati che provengono da questi sensori prende molto tempo e, di solito, è un atto da svolgere manualmente. Gli addetti devono anche brandeggiare la videocamera il più vicino possibile al sensore, per vedere cosa in effetti stia succedendo. Un processo che, in situazioni critiche dove anche i secondi sono cruciali, esige che l’operatore abbia accesso facile e veloce a tutti i dati possibili. E' quindi indispensabile un sistema che faccia il miglior uso dei dati che provengono dai sottosistemi esistenti: ad esempio, che unisca le informazioni che provengono dal controllo accessi con quelle dei rilevamenti e i dati relativi alle singole ubicazioni. Il tutto integrandosi con la videosorveglianza, sia per intervenire tempestivamente quando qualcosa accade, sia per ridurre al minimo i falsi allarmi - che, in un ambiente sovraffollato, possono generare più danni e panico di un allarme vero.

Allarmi vocali

Qualche parola poi su un servizio davvero indispensabile: i sistemi di allarmi vocali, che in una metropolitana giocano un ruolo basilare, perché servono ad allontanare la gente dall'area a rischio. Non è facile, dal punto di vista tecnico, rispondere al meglio a questa esigenza, perché gli annunci devono essere facilmente udibili, anche in condizione di forte rumore: per questo oggi si utilizzano sistemi di emergenza completamente digitali, in grado di “autoregolarsi” a seconda del rumore dell’ambiente - per non assordare i passanti ma, nello stesso tempo, farsi sentire chiaramente.
Abbiamo parlato del rumore, ma un altro aspetto non trascurabile è quello, più in generale, della “durezza” dell’ambiente da tutti i punti di vista: freddo/caldo, vibrazioni, polveri e quant’altro. Per questo tutti i dispositivi devono essere particolarmente robusti e resistenti alle interferenze elettromagnetiche, perché i treni e gli equipaggiamenti di bordo spesso scatenano delle vere “tempeste” radio. Trovarsi sotto terra, peraltro, non aiuta.

Italia in prima linea?

Eppure, non si spende ancora quello che si dovrebbe per la sicurezza nelle metropolitane. Secondo USA Today, dal 2001 (11 settembre) sono stati spesi, negli Stati Uniti, più di 30 miliardi per rafforzare le misure di sicurezza negli aeroporti…e solo 1,7 miliardi per le metropolitane – un ambiente, come abbiamo visto, ben più difficile e anche molto più frequentato.

Ma qualcosa sta cambiando. Ad esempio, proprio in Italia, la nuova linea 5 della metro milanese ha un sistema di sicurezza completamente integrato che unisce la videosorveglianza alla comunicazione…con una rete LAN che copre tutti i 13 chilometri di linea, oltre alle 19 nuove stazioni. In questo modo, si controlla il movimento dei treni, ma anche quello dei passeggeri. Per evitare problemi, i sottosistemi lavorano in maniera autonoma, ma tutti i loro dati convergono in una control room in grado di assicurare il corretto funzionamento della linea, la sicurezza dei passeggeri, il corretto utilizzo del personale di servizio e perfino la regolarità nell’orario dei treni…

 



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