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La videosorveglianza punta l’obiettivo al futuro: occhio all’infrastruttura di rete

08/03/2016

di Marco Grasselli, Regional Manager Italy & Balkans Region Comnet 

La forte richiesta di telecamere e impianti di videosorveglianza è trainata da fattori economici, commerciali e sociali. Da una parte la spinta dei produttori, da un’altra il privilegio delle immagini rispetto a qualsiasi altro media comunicativo, e ancora le “mirabolanti” capacità delle telecamere pubblicizzate dal cinema e l’abitudine a fruire di immagini a qualità sempre più elevate coltivata nel mondo consumer. Il mercato della Videosorveglianza, fino a una decina di anni fa relegato all’interno di una ristretta cerchia di specialisti, è diventato quindi oggi terra di conquista di player di varia estrazione, che vedono in esso nuove opportunità di business. Tutto ciò con il contributo di nuove professionalità, una rapida innovazione tecnologica e la migrazione di tutti i settori dell’informazione verso reti, protocollo TCP/IP e cablaggio strutturato. La cosiddetta “convergenza digitale” è oggi una corsa verso un futuro obbligato.

In questo contesto, tra i maggiori competitor del mercato della Videosorveglianza, troviamo soprattutto da una parte gli specialisti tradizionali della Security e dall’altra le aziende che invece storicamente insistevano sul mercato dell’IT. L’attenzione verso le telecamere e i sistemi per la gestione e per l’analisi delle informazioni video si scontra con una generalizzata incuria nella progettazione dell’infrastruttura di comunicazione. Gli specialisti della Security, culturalmente abituati a strutture “plug&play” e quindi, salvo casi particolari, non avvezzi alla necessità di un’infrastruttura attiva, de- dicano poca attenzione a Switch e Media Converter.

Per assurdo anche gli specialisti dell’IT, che invece conoscono molto bene le infrastrutture di rete, sottovalutano una scelta oculata degli apparati attivi proseguendo con gli standard di sistema che conoscono meglio. Le reti informatiche classiche hanno però enormi differenze applicative rispetto a una rete TVCC, sia perché un segnale Video è diverso da un’informazione scambiata tra personal computer, sia perché spesso le installazioni si trovano in contesti che non sono quelli ad atmosfera controllata di edifici e datacenter. Il risultato è che spesso le caratteristiche generali di un impianto di videosorveglianza vengono degradate da una scelta non appropriata nel design dell’infrastruttura di rete, molte volte alla ricerca di un risparmio che si dimostra fittizio.

Limportanza dellinfrastruttura di rete

Fatto 100% il costo di un impianto TVCC, la parte di infra- struttura di rete, e questo è tanto più vero tanto l’impianto ha dimensioni crescenti, pesa al massimo il 15%. Un risparmio anche di 20 punti su questa voce porta a un risparmio di miseri 3 punti percentuali sul totale, immediatamente vanificati dal costo di un solo viaggio di manutenzione in caso di problemi. La ricerca dell’abbattimento dei costi è naturalmente importantissima, soprattutto in un periodo di contrazione economica come quello attuale, ma il risparmio non può e non deve derivare da scelte di prodotti con caratteristiche tecniche non adatte alle esigenze e alla specifica installazione. Oggi le voci di costo più importanti per qualsiasi installatore non sono certo quelle degli apparati, né quelle dei cavi o delle fibre ma certamente quelli della manodopera: è quindi su questo aspetto che ci si deve concentrare per migliorare i costi generali. Questo si ottiene mantenendo alta la qualità della manodopera ma diminuendone la quantità necessaria, ad esempio semplificando le attività installative e recuperando il più possibile le infrastrutture esistenti.

I costi della sostituzione cavi

All’interno del percorso di migrazione verso il digitale, ne consegue che i costi più elevati sono quelli della sostituzione dei cavi e, purtroppo i problemi che si aggiungono sono spesso anche altri. Fermiamoci ad esempio a pensare a cosa voglia dire sostituire le caverie all’interno di un’installazione industriale che produce a ciclo continuo. Quanto può costare un fermo stabilimento per le giornate necessarie? E quanto può costare effettuare le attività di stesura durante le pause pianificate, come ad esempio il giorno di Natale o il Primo dell’Anno? Ma non solo: nelle aziende spesso chi è responsabile della Sicurezza (il Security Manager, il responsabile di Stabilimento o così via) non ha possibilità di investire nella riqualificazione della rete aziendale in quanto non titolare di questo capitolo. Quindi migrare verso moderni impianti IP sembra impossibile finché non è l’IT Manager a realizzare l’infrastruttura all’interno di una riqualificazione generale. Recuperare i cavi esistenti diventa quindi un’esigenza primaria a tutti i livelli, ma rimane la necessità di conciliarla con la ricerca dell’alta definizione.

Una risposta può arrivare dall’utilizzo dei protocolli TVI, CVI, AHD e derivati, che rappresentano però per il cliente un investimento a termine, in quanto, al momento dell’inevitabile passaggio all’infrastruttura di rete IP, gli apparati dedicati a supportare questi forma- ti risulteranno inservibili. La soluzione definitiva risiede nell’utilizzo di dispositivi IP nativi che comunicano attraverso le infrastrutture esistenti, siano essi cavi coassiali, di rete, o doppini telefonici. In questo modo è possibile migrare immediatamente verso il mondo TCP/IP senza sprecare risorse nella riqualificazione dell’infrastruttura passiva e soprattutto permettendo un immediato “switch” su una moderna infrastruttura di rete nel momento in cui questa verrà realizzata.



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