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Il florido mondo delle videolottery e la videosorveglianza

27/01/2014

di Marco Parretti, Staff Consulentelegaleinformatico.it 

Il mondo delle videolottery, e più ampiamente quello del gioco d’azzardo legalizzato, rappresentano realtà economiche floride all’interno di una generalizzata situazione d’emergenza economica; soprattutto in Italia. Questo mercato è particolarmente ghiotto per chi propone soluzioni di videosorveglianza. Esistono però precisi adempimenti normativi e limiti da rispettare: conoscere le giuste risposte, tecnologiche e prima ancora normative, è quindi un driver significativo per accedere a questo promettente mercato con le carte in regola.

L’AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato) ha affermato che nel 2011, in Italia,  la raccolta delle sale da gioco ha raggiuntoquasi 80 miliardi di euro, vale a dire circa il 5 per cento del Prodotto Interno Lordo nazionale. Il 56,3 per cento di questo incredibile gettito è da attribuirsi aslot machine e videolotterie, il 12,7 per cento ai Gratta e Vinci, l’8,5 al Lotto, il 4,9 alle scommesse sportive. Il Superenalotto si ferma al 3 per cento, mentre le rimanenti parti percentuali riguardano rispettivamente bingo e scommesse ippiche. Ciò che maggiormente colpisce è la continua espansione del fenomeno. Oltre alle motivazioni più note (speranza di vincite che cambino il proprio tenore di vita, ma anche patologie legate alla dipendenza da gioco) una pubblicità efficace e martellante ed un'offerta di scommesse e giochi sempre più completa sono fattori che incidono sensibilmente sullo sviluppo del settore. La possibilità di giocare anche online, infine, rende più semplice l’accesso in qualunque momento e in qualsiasi luogo ci si trovi. Non manca poi l’intervento dello Stato stesso, che offre incentivi dedicati a simili attività, anche per aumentare il proprio gettito fiscale. Il risultato è che un numero sempre maggiore di persone gioca, con esiti a volte preoccupanti (secondo Eurispes, circa 700 mila italiani sono dipendenti dal gioco d’azzardo). Ma al di là di ogni considerazione etica o morale – non è questa la sede appropriata – resta il fatto che suddetto mercato porta un crescente gettito di denaro e muove un indotto non indifferente, ivi ricomprese le telecamere che videosorvegliano gli ambienti delle sale da gioco.

Gli obblighi normativi
Esistono precisi obblighi di legge che impongono l’installazione di un impianto di videosorveglianza in una sala videolottery. L’articolo 9 c.1 lettera f) del Decreto 22 gennaio 2010 (Disciplina dei requisiti tecnici e di funzionamento dei sistemi di gioco VLT) stabilisce che gli apparecchi di videolottery possono essere installati in sale dotate di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso. Elemento, quest’ultimo, indispensabile anche per l’ottenimento delle licenze di esercizio per quel tipo di attività (come previsto dall’art. 88 del TULPS - Testo unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza). La necessità di garantire la sicurezza del pubblico impone, quindi, l’adozione di misure idonee nonché tassativamente stabilite dalla legge. Va da sé che un adempimento di tale portata e di (potenziale) invasività nella vita di coloro che sono soggetti a riprese comporta la necessaria introduzione di limiti che ne tutelino il diritto alla riservatezza.

Limiti e adempimenti
Analizzando la posizione di chi si occupa di installare le telecamere, occorre capire quali siano gli ambiti che rischiano, se sottovalutati o peggio ignorati, di fare insorgere responsabilità a proprio carico. Nel caso di specie, sono due gli ambiti giuridici di cui preoccuparsi: la tutela dei diritti del lavoratore e la protezione della privacy (del lavoratore e non). Esistono, infatti, indicazioni ed adempimenti prescritti sia dal Garante che dallo Statuto dei lavoratori. Partendo da quest’ultimo è possibile far emergere quello che risulta essere la più rilevante criticità insita nell’utilizzo delle videocamere, ovvero il rispetto del divieto del controllo a distanza del lavoratore (ex art. 4 l. 300/70). Ciò non sta a significare l’inibizione totale dell’utilizzo della videosorveglianza, quanto piuttosto una sua limitazione ai soli casi previsti dalla legge (ed in questo caso la finalità della sicurezza è certamente ricompresa nell’elenco). Quello che rileva, oltre ai limiti imposti dallo Statuto, sono anche gli adempimenti richiesti per un corretto utilizzo degli impianti stessi. Si parla qui dell’espletamento delle procedure sindacali previste sempre all’articolo 4 della succitata legge, il cui rispetto appare fondamentale per non incorrere in onerose sanzioni.

Protezione dei dati personali
Quanto sopra enumerato è però strettamente legato al rispetto di quanto imposto dal Garante per la protezione dei dati personali nel provvedimento con data 8 aprile 2010 (e reiterato nel tempo attraverso innumerevoli provvedimenti successivi). Si parla sia di adempimenti nei confronti dei lavoratori - che rivestono anche il ruolo di interessati - sia di prescrizioni da adottare nei confronti degli utenti che accedono alle sale. Un rapido elenco sarà sufficiente a farne capire la portata e la profondità. I titolari delle sale (che ricoprono i ruoli di Titolare del trattamento e di datore di lavoro), e coloro che installano gli impianti per loro conto, dovranno esser certi di adempiere ad alcuni obblighi minimi per compiere un trattamento di dati personali lecito. Tra questi: informare adeguatamente ed in modo chiaro tutti i soggetti sottoposti a videoripresa; conservare le immagini per un tempo non superiore alle 24 ore (con le ovvie e dovute eccezioni nel caso in cui sia avvenuto un illecito); posizionare le videocamere secondo precise modalità imposte dal Garante (si veda il provvedimento 8 aprile 2010). 

Il mancato rispetto delle suddette misure ed adempimenti comporta l’illiceità del trattamento dei dati personali effettuato e, nel caso di mancato adeguamento alle prescrizioni imposte (anche a seguito dell’intervento del Garante), l’insorgere di sanzioni che vanno da 30.000 € a 180.000 €, nonché la possibile notificazione di reati penali (rispettivamente art 167 c. 2-ter e art 170) . Senza menzionare le sanzioni amministrative previste per la mancata consegna o disponibilità dell’informativa, che ammontano ad una somma variabile tra i 6.000 € ed i 36.000 €. Ancora una volta, occorre porre la giusta attenzione anche in fase progettuale per non dover affrontare lunghe e spiacevoli conseguenze legali nel corso dell’esercizio del proprio business.

Un mercato aperto
Una volta precisati adempimenti, limiti ed obblighi è giusto, però, dar conto delle effettive e, per i tempi attuali, sorprendenti possibilità che un settore come questo dà alle aziende coinvolte nel processo di regolarizzazione delle sale slot. Limiti e obblighi fin qui esposti non sono necessariamente nemici dello sviluppo imprenditoriale. Per chi offre soluzioni di videosorveglianza, un simile e florido settore, che ha tutto l’interesse ad investire per regolarizzare la propria attività, rappresenta un mercato promettente. Conoscere le giuste risposte, non solo tecnologiche, ma anche normative, diviene driver significativo per aumentare la propria competitività e allo stesso garanzia di tutela per il proprio business.

 

 

 

 

 



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