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PSIM: talmente avanti che già si guarda oltre

26/10/2016

La Redazione

Accolto come un nuovo paradigma nell’era della sicurezza IP, il Physical Security Information Management (PSIM) si è imposto sul mercato come una soluzione efficace per integrare in un’unica piattaforma funzioni anche molto diverse fra loro, garantendo risposte rapide ed efficaci soprattutto in condizioni di emergenza. Se si considerano le crescenti minacce alla sicurezza legate al terrorismo e ai disastri ambientali e le sempre maggiori capacità di integrazione, le prospettive di sviluppo per il mercato PSIM appaiono solide. Ma c’è già chi sostiene che potrebbe essere giunto il momento di andare oltre questa soluzione…

l Physical Security Information Management, più noto con l’acronimo PSIM, ha conosciuto il successo grazie alla sua capacità di integrare molteplici funzioni – dal controllo accessi al TVCC, dall’antintrusione all’antincendio – sotto un unico “tetto”, ovvero sotto il controllo di un unico “cervello tecnologico”. L’opportunità di connettere, gestire, monitorare e coordinare dimensioni della sicurezza prima separate ha prodotto significative applicazioni in molti settori, non ultimo quello della sicurezza urbana (safe city projects), che richiede in egual misura prontezza nell’individuazione delle emergenze e rapidità di risposta. L’importanza dei software PSIM – per la cui diffusione è stata cruciale l’adozione su larga scala della tecnologia IP – è evidente soprattutto nei programmi di security dei grandi centri urbani: tra i vantaggi spesso ricordati ci sono l’abbattimento dei costi di investigazione e analisi; i risparmi operativi ottenuti grazie a una minore dipendenza dai video live; la facoltà di migrare a nuove tecnologie senza impatti traumatici per l’operatività; i minori costi legati all’aggregazione di vecchi e nuovi sistemi video (inclusa l’esportazione video dal centro alla periferia e viceversa). Oggi le possibilità di integrazione si stanno ovviamente ampliando, fino a includere il riconoscimento facciale, l’ANPR, i sistemi CBRNe, quelli di monitoraggio ambientale e climatico, nonché i video registrati dalle piccole telecamere sempre più spesso indossate dalle forze dell’ordine. In fin dei conti, l’obiettivo ultimo di un software PSIM ben progettato – dicono gli esperti – dovrebbe consistere nel semplificare la vita degli operatori, che hanno bisogno di strumenti intuitivi ed efficaci per fare bene (e velocemente) il loro lavoro.

TREND DI CRESCITA

Poiché le minacce alla sicurezza a livello mondiale (dal terrorismo ai disastri naturali) non accennano a diminuire, la domanda di sistemi di gestione operativa centralizzati e integrati da parte delle agenzie governative e delle amministrazioni delle grandi metropoli continua ad aumentare. In contesti ad alto rischio, del resto, disporre delle informazioni giuste al momento giusto è di vitale importanza. La sempre maggiore integrazione fra sistemi diversi richiederà alle piattaforme PSIM di gestire volumi crescenti di dati da correlare fra loro per anticipare rischi potenziali nel modo più efficace possibile. Secondo alcuni esperti, questi sono già i primi passi nel mondo dei big data, e presto potremo vedere all’opera sistemi sempre più intelligenti in grado di individuare anomalie attingendo alle fonti informative più diverse. Nel frattempo, si stanno affermando soluzioni PSIM personalizzate, ovvero costruite sulle specifiche esigenze del cliente, che consentono di ottenere ritorni sugli investimenti più interessanti. Date le premesse, non stupisce che le stime sulla crescita del mercato globale di questa tecnologia siano decisamente buone: come si legge in un report pubblicato dalla società di ricerca Wiseguy, nel periodo 2016-2020 il tasso annuo composto (CAGR) dovrebbe attestarsi fra il 14 e il 15%. “Le installazioni a livello mondiale aumenteranno rapidamente grazie all’opportunità di trasferire e accedere velocemente a informazioni critiche in situazioni di emergenza”, ha commentato un analista della società. “Due importanti trend che si stanno registrando in questo periodo sono la progressiva integrazione con i social media e l’impiego della tecnologia mobile. Piattaforme come Facebook, Twitter e LinkedIn, offrendo all’operatore della piattaforma PSIM un collegamento diretto con le persone e le loro attività quotidiane, forniscono nuove informazioni che possono rivelarsi preziose. Quanto alla tecnologia mobile, sarà sempre più centrale e utile man mano che le app entreranno nell’uso quotidiano”. Un limite allo sviluppo del mercato potrebbe invece derivare dagli investimenti mediamente elevati che sono necessari sia per mettere a punto l’infrastruttura IT di supporto, sia per installare e ottimizzare la piattaforma. Il costo di molte installazioni può infatti superare i 400mila dollari – una cifra spesso non sostenibile per imprese di medie e piccole dimensioni.

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI

La scelta di una piattaforma PSIM intesa come investimento sulla gestione del rischio non dovrebbe essere sottovalutata: disporre di tutte le informazioni utili per rispondere in modo efficace e tempestivo a eventi avversi è infatti la chiave della resilienza organizzativa. In questi termini, il physical security information management può dare un contributo essenziale allo sviluppo di una cultura della sicurezza ampiamente condivisa. Se pensare a lungo termine è forse il pre-requisito fondamentale nell’acquisto di un software PSIM (è l’unico modo per rendersi conto dei tanti vantaggi ottenibili non solo sul piano della sicurezza, ma anche su quello strettamente operativo),esistono alcuni accorgimenti che si possono seguire per evitare gli errori più comuni. James Condron, vicepresidente delle vendite globali di CNL Software, ha individuato quelli a suo avviso più importanti: Sostenibilità economico-finanziaria. Come per qualsiasi altro investimento, è necessario mettere a punto un piano che illustri e giustifichi le risorse umane e finanziarie che dovranno essere impiegate. Obiettivi ben definiti. Se non si hanno le idee chiare sui risultati (in ordine di priorità) che si vogliono ottenere dall’utilizzo della piattaforma, è facile che le aspettative dei diversi stakeholder possano essere deluse. Gestione del rischio. Dal momento che qualunque struttura aziendale teme il rischio, la sua gestione è fondamentale anche nel momento in cui si adotta una soluzione PSIM. Ciò richiede una certa enfasi sui reali bisogni organizzativi, su un’accurata progettazione e su un efficace piano di migrazione verso il nuovo sistema. Scalabilità e flessibilità. Sono entrambe necessarie per far sì che l’investimento compiuto oggi possa dare i suoi frutti anche domani, quando molte circostanze ed esigenze saranno cambiate. Ancora una volta, l’attenzione al medio-lungo termine è cruciale. Tutte le esigenze devono essere identificate. Se non si è sufficientemente accurati su questo punto, ci si espone a rischiose disfunzioni. Regole di cambiamento gestionale. Poiché una piattaforma PSIM può coinvolgere anche centinaia di persone all’interno di un’organizzazione, una modifica apparentemente secondaria potrebbe avere grandi ripercussioni su molteplici livelli. Sarebbe quindi opportuno sottoporre qualsiasi proposta di cambiamento a registrazione e approvazione.Scegliere un system integrator di grande competenza e provata professionalità. Scegliere il giusto fornitore. Il passo finale consiste, ovviamente, nell’affidarsi a un fornitore di provata esperienza e competenza. La preferenza dovrebbe essere accordata a chi può offrire la necessaria scalabilità e un sistema aperto che non vincoli a un ristretto numero di prodotti e fornitori. Non tutte le soluzioni PSIM sono uguali: ci sono venditori che etichettano come tali dei software di video management che non lo sono affatto. Occorre quindi sempre fare molta attenzione.

OLTRE I SISTEMI PSIM?

Non sembra passato così tanto tempo da quando i software PSIM furono accolti dal mercato come un nuovo paradigma nell’era della sicurezza IP. E se ragioniamo in termini di soluzioni integrate, è in fin dei conti solo negli ultimi cinque anni che si sono fatti i passi avanti più significativi. Nonostante questo, c’è chi sostiene che il physical security information management sia ormai, nella sostanza, superato. Secondo alcuni, le soluzioni PSIM hanno sì colmato la distanza fra security fisica elogica, ma i passi avanti che si sono fatti negli ultimi anni (come la crescente sinergia fra sistemi fisici) le hanno già relegate in secondo piano. Persino Vidsys, l’azienda statunitense che ha tenuto a battesimo questa tecnologia, ne sta prendendo progressivamente le distanze. Secondo Ellen Howe, vicepresidente per il marketing e lo sviluppo commerciale, il PSIM “non riesce a inglobare gli obiettivi di una piattaforma di integrazione che ambisca a supportare tanto le soluzioni cloud-based quanto la convergenza fra sistemi di sicurezza, sistemi di building management e strumenti di IT network management”. Gli attuali utilizzatori di software PSIM si sposteranno quindi progressivamente verso soluzioni di più ampia portata (ben oltre i confini del mondo della sicurezza) che ne decreteranno il graduale superamento? L’operatività degli odierni centri di controllo si estenderà fino a comprendere la sicurezza fisica, la cybersecurity e le operazioni di networking? Qualsiasi sarà l’approccio che finirà per prevalere nel processo di integrazione/unificazione della sicurezza, è già oggi evidente che in un mondo sempre più connesso e globalizzato, la capacità di integrare molteplici sistemi in una sola piattaforma rappresenta il modo migliore per garantire una risposta rapida ed efficace agli incidenti.



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