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Industrial e Utilities: sicurezza olistica, con aspirazioni 5.0

18/07/2017

di Elvy Pianca

Le utilities e l’industria, due mercati verticali molto complessi. Dove ci porta l’evoluzione tecnologica? Per ciò che riguarda gli aeroporti, ad esempio, verso le tecniche di riconoscimento biometrico sempre più perfezionate e i sistemi di prevenzione dei cyberattacchi; per i tunnel ferroviari, a un binomio avanzato di security e safety con l’Automatic Incident Detection. I siti delle utilities vere e proprie, tipo i depositi idrici o il fotovoltaico, per contro, vedono un grande incremento delle videocamere termiche e dei software di gestione e controllo da remoto. E l’industria? Sempre più “smart” e 4.0, con sconfinamenti che un tempo si credevano futuristici addirittura nella robotica…

Il mercato verticale delle utilities e dell’industria, tradizionalmente abbinati, è in realtà molto vario e complesso, perché abbraccia diverse applicazioni con esigenze, spesso, differenti. L’aspetto, però, che li contraddistingue entrambi è la continua evoluzione e il mutamento delle soluzioni di sicurezza e, quindi, anche l’approccio da parte degli operatori del mercato che, mai come in questo settore, deve di necessità essere “olistico”, un termine spesso abusato ma che, in tal caso, è a dir poco categorico. In questo articolo esamineremo alcuni esempi di applicazioni e tecnologie per la sicurezza, cercando di individuare, per quanto possibile, i principali trend di mercato.

AEROPORTI

Partiamo dalle utilities e, in particolare, dal settore aeroporti. Ormai, gli esperti sostengono che, trattandosi, come tutti tristemente sappiamo, di siti ad altissimo rischio, non può più essere sufficiente la videosorveglianza tradizionale, perfino quando è abbinata con i software più avanzati di analitica video (quelli che, per limitarsi a un solo esempio, non registrano solo che una valigia è stata abbandonata, ma ti fanno anche vedere chi l’ha lasciata e quando). E’ per questo che, sia pure in molti casi solo a livello di test, si stanno inserendo le soluzioni di riconoscimento facciale. In Australia, ad esempio, lo stesso Governo ha annunciato che, nel giro di pochi anni, i passaporti tradizionali, anche quelli elettronici, verranno sostituiti con sistemi biometrici avanzati per l’identificazione tramite viso, iride e/o impronte digitali e questo varrà non solo per i viaggiatori in transito, ma per gli stessi dipendenti delle società aeroportuali che, quotidianamente, entrano negli scali del Paese. In questa maniera, stimano gli esperti, il 90% del controlli avverrà in maniera automatica, sicura e senza intervento umano, con gli errori che si possono generare, volenti o nolenti. Aldilà del pericolo, purtroppo molto “fisico”, di bombe, armi ed esplosivi, oggi uno dei problemi di sicurezza che si trova ad affrontare un qualsiasi aeroporto è quello dell’attacco alle proprie reti IT. Si sa che un cybercriminale esperto può fare gli stessi danni, anzi, forse ancora di più, di un terrorista “tradizionale” ed è anche evidente che i dati che girano in rete per la sicurezza di uno scalo, a partire dai video, sono molti e anche molto “ingombranti”. E’ per questo motivo che si investe sia in tecnologie che diminuiscano la necessità dello storage sia in sistemi di contrasto ai cyberattacchi sempre più perfezionati.

TUNNEL E GALLERIE

Il settore del trasporti è molto vasto ma, dopo quello aereo, è opportune spendere qualche parola sulla sicurezza di tunnel e gallerie, in particolare in Europa, data la particolare condizione geografica, molto diffusi. In questi siti, inevitabilmente, security e safety sono inestricabilmente collegate, perché, essendo le vie di fuga per loro natura limitate, è indispensabile identificare la causa di un problema il prima possibile, sia che si tratti di un principio di incendio o di un blocco al traffico. Fondamentale risulta quindi avere una completa visibilità dell’intero tratto del tunnel, dall’entrata all’uscita, in qualsiasi condizione di luminosità e di clima. Di solito, in questi casi, la videosorveglianza si combina con la tecnologia radar e si dota di particolari algoritmi per identificare le possibili cause di incidenti prima che si verifichino. Si parla quindi di AID, acronimo di Automatic Incident Detection, che, tramite un’accurata e sofisticata analitica e di particolari software, combinata con i dispositivi intelligenti di controllo, identifica, ad esempio, immediatamente la presenza di una persona a piedi all’interno di una galleria ferroviaria, lanciando così l’allarme.

ACQUA ED ENERGIA

Le utilities non sono però solo i trasporti. Possiamo infatti considerare siti “sensibili”, e, quindi, da difendere al meglio, anche le aziende e i siti di produzione e distribuzione di acqua ed energia. Qui la videosorveglianza tradizionale, con i dispositivi di solito PTZ ad alta performance, rigorosamente IP e ad elevata qualità di immagine, magari con LED IR per la visione notturna, ormai da tempo si abbina con le videocamere termiche e la videoanalitica e, più di recente, con la tecnologia WI-FI perché, trattandosi a volte di siti isolati, è indispensabile portare tutti i controlli a una centrale unica. Ecco quindi l’approccio “olistico”, perché tutti i dati, e i video, convergono su un’unica piattaforma di gestione. Se la videocamera o il sensore di presenza rileva qualche intruso, l’allarme arriva in tempo reale al personale addetto, che può anche vedere cosa stia effettivamente succedendo nel sito.

ENERGIA

Una delle installazioni di utility più “frequentata” da ladri o da vandali è il fotovoltaico, perché i pannelli, si sa, sono molto “ambiti” dai malintenzionati e, per contro, di solito si trovano in luoghi isolati. E’ indispensabile quindi la protezione sia del perimetro sia di tutti i componenti del campo solare. Oggi, la soluzione più utilizzata è rappresentata dal termico. Nate per usi militari, perché consentono, appunto, di vedere anche al buio senza necessità di una luce interna, ormai le thermal cameras sono talmente perfezionate da riconoscere il calore di ogni tipo di creatura vivente, umana oppure animale, e quindi di lanciare l’allarme solo effettivamente quando sia necessario, attivando, tramite appositi sistemi di gestione, le altre videocamere per consentire di investigare in tempo reale.

INDUSTRIAL

E concludiamo con l’industriale. Sappiamo tutti che la parola più gettonata, in questi ultimi anni, è “smart” e, quindi, si parla anche di “smart factory”, o di industria 4.0, perché, in effetti, anche questo mercato ha subito, di recente, una notevole rivoluzione. Ovviamente, il termine stesso di smart implica l’intelligenza e un’industria realmente “intelligente”: vuol dire che dei processi flessibili consentono di avere dati in tempo reale dai sensori connessi a tutta la catena produttiva, per garantire l’ottimizzazione e la sicurezza. Connessione, insomma, è una delle parole chiave, insieme con IoT. Perché i dispositivi che compongono il complesso sistema industriale, compresi quelli per la sicurezza, devono ormai essere in grado non solo di comunicare direttamente l’uno con l’altro, ma anche con i sistemi superiori e inferiori, in modo da prendere delle decisioni “intelligenti” in tempo reale e senza l’intervento, per così dire, “umano”. Il primo passo per la “smart factory” è, ovviamente, l’integrazione M2M (machine to machine). Facciamo un esempio. Le videocamere all’interno delle “smart factories” vengono utilizzate, in interazione con gli altri dispositivi, per prevenire la perdita delle merci, il monitoraggio da remoto del lavoro, i processi operativi e, ovviamente, per safety e security. Le migliorie nell’ottica e l’abbinamento con software di gestione sempre più perfezionati - che garantiscono, appunto, la connessione con gli altri sistemi - rendono possibile impiegare la videosorveglianza in pratica ovunque, per ottimizzare anche il lavoro, visto che l’occhio elettronico ha una capacità di visione molto più elevata rispetto a quello umano. Insomma, un approccio alla sicurezza sempre più onnicomprensivo e, quindi, veramente “olistico”.

ROBOTICA

Concludiamo con una tecnologia che può sembrare avveniristica, ma che in realtà si sta diffondendo sempre di più proprio nell’industriale, che è la robotica. Non solo “mani meccaniche” che assemblano i prodotti, ma anche “sorveglianti” che percorrono i perimetri, “sentono” se qualcuno entra, lo “vedono” e, immediatamente, danno l’avviso per le opportune misure di intervento. Scienza o fantascienza? Di sicuro, una sicurezza, potremo dire, addirittura 5.0…  



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