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Domotica: sì, ma quale?

18/07/2018

di Stefano D’Amico - Sales Manager Home Automation-Networking ITS Italelettronica s.r.l. www.italelettronica.it

Avete mai sentito parlare di domotica? Sicuramente si! Ma sapete veramente cos’è? Pensate che la domotica sia solo un vezzo per le case da sogno che appartengono a grandi uomini d’affari o celebrità? Niente di più sbagliato! La domotica, come vedremo, è infatti sempre più alla portata di tutti, sebbene sulle sue funzioni e sui suoi obiettivi spesso occorre fare chiarezza.

Partiamo dal tema dei costi. Paragonando gli impianti tradizionali a quelli domotici, potremmo affermare che i secondi presentano costi più alti, anche se, grazie ai forti investimenti da parte delle maggiori case costruttrici e del forte interesse che la domotica ha generato nel mondo delle start-up, oggi si sono ridotti sensibilmente. Se riteniamo, inoltre, che una più giusta valutazione del costo di un impianto debba tener conto anche della manutenzione e dei consumi, potremmo addirittura scoprire che gli impianti domotici possono rappresentare, in termini di costi, una valida alternativa rispetto agli impianti tradizionali.

COMFORT

Ma se le valutazioni di natura economica a vantaggio degli impianti tradizionali, negli ultimi anni, stanno lentamente perdendo mordente, quello che cambia (e in meglio) è la comodità che l’impianto domotico offre all’utente finale. Ma, come dicevamo, anche in questo caso dobbiamo fare chiarezza. Molto spesso, infatti, si abusa del termine pensando che la domotica sia solo costituita da sistemi a bus utili a semplificare la gestione di illuminazione e tapparelle, o che le soluzioni domotiche non offrano effettive garanzie di sicurezza e che quindi, ad esempio, l’impianto d’allarme debba essere separato dall’impianto domotico o, infine, che per “domotico” si intenda l’integrazione di più sistemi e di più funzioni che colloquiano fra di loro. Se proviamo a metterci nei panni dell’utente finale, e partiamo, quindi, dal presupposto che la domotica ha come obiettivo quello di semplificare la vita di chi la utilizza, sarebbe opportuno escludere tutte le soluzioni che prevedono che l’utente finale si trovi a dover gestire, separatamente, diversi sistemi da differenti interfacce, snaturando il concetto di casa smart. Volendo definire velocemente la domotica dovremmo quindi tenere presente tre punti fondamentali: sicurezza, comfort e risparmio energetico.

SICUREZZA, COMFORT, RISPARMIO

Venendo a mancare uno di questi tre valori, un impianto domotico non assolverebbe quello che è il suo obiettivo naturale. A sostegno di ciò, possiamo analizzare quelle che, nella maggior parte dei casi, sono le richieste stesse che gli utenti finali fanno al mondo della domotica. L’utente, in molti casi, non è interessato a sapere cosa ci sia dentro il proprio impianto, ma si aspetta di poter verificare attraverso il suo smartphone se, per esempio, uscendo di casa ha inserito o no l’allarme e, qualora non lo avesse fatto, si aspetta di poterlo attivare da remoto. In altre parole, si aspetta di sentirsi sicuro e comodo. Già, sicuro, perché sono presenti sul mercato diverse soluzioni che non solo negano totalmente qualunque timore circa il connubio tra domotica e sicurezza, ma che addirittura partono dall’antintrusione per poi implementare tutte le altre funzioni. Come è sempre bene fare, in questo è consigliabile affidarsi ad esperti che hanno conoscenza del mercato e che sappiano consigliare la centrale più adatta.

RISPARMIO ENERGETICO

Per quel che concerne il risparmio energetico, invece, è chiaro che un utente che commissiona un impianto completamente automatizzato si aspetta di poter ridurre i consumi e gli sprechi dovuti a dimenticanze o malfunzionamenti, e si attende di poter sfruttare la possibilità di gestire, ad esempio, l’accensione degli elettrodomestici secondo le priorità impostate, l’apertura e chiusura delle tapparelle, la temperatura, l’irrigazione del giardino ecc…

IL SYSTEM INTEGRATOR

Ovviamente, per installare e ottimizzare un impianto integrato dove devono coesistere più sistemi - ognuno con una propria intelligenza (logica distribuita), dove un sottosistema non deve compromettere il funzionamento di un altro ma lavorare come un sistema unico, e il tutto deve essere gestibile da un’unica interfaccia in locale o da remoto, è necessario avere competenze assolutamente verticali. In quest’ottica, di fondamentale importanza diventa la figura del System Integrator, un tecnico specializzato in grado di programmare e far lavorare tutti gli apparati in maniera intelligente, ma semplice per chi li utilizza. Quando parliamo di competenze verticali, non intendiamo semplicemente un upgrade delle abilità e competenze di un elettricista o di un installatore. Se vogliamo permettere ad una disciplina come la domotica di svilupparsi al meglio e di offrire realmente un valore aggiunto rispetto all’impiantistica tradizionale, essa deve essere concepita come un oggetto nuovo, che ha le sue regole e le sue professionalità. Un system integrator, infatti, deve essere abile in una buona varietà di discipline (sistemi di controllo, sistemi elettrici, sistemi meccanici, applicativi software e data management, network, IT, applicativi di sicurezza) e, soprattutto, deve avere conoscenze che gli permettano di non dipendere da nessun brand in particolare, e di saper individuare, al contrario, la soluzione ideale rispetto alle necessità del cliente. Detto diversamente, un vero system integrator ha bisogno di un percorso formativo specifico e una costante attitudine all’aggiornamento, di restare “sul pezzo” affidandosi a riviste specialistiche o partecipando a corsi spesso forniti gratuitamente dagli stessi distributori o produttori. Se oggi abbiamo la possibilità di una domotica, lo dobbiamo all’integrazione di diverse tecnologie e discipline: l’idea di potersi improvvisare in un contesto tanto complesso quanto innovativo è senza dubbio un eccesso di vanità (o mancanza di professionalità).



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