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Preziosi e gioielli: bottino ghiotto e facile

30/10/2019

di Ilaria Garaffoni

Un po’ di numeri

Secondo il  Rapporto Intersettoriale sulla Criminalità Predatoria 2018, rilasciato da ABI-Ossif, i furti tra il 2016 e il 2017 hanno colpito in prevalenza gli esercizi commerciali e i locali pubblici. Seguivano a corto raggio i furti ai distributori, in farmacia, in banca, in tabaccheria, alle gioiellerie (357) e agli uffici postali. Tutte le categorie hanno registrato però un calo rispetto al 2016, anche se negli uffici postali si sono raggiunti picchi del -22,6%, analogo alle tabaccherie (-21%) e alle banche (-16,4%), mentre nelle gioiellerie si è arrivati appena ad un -1,1%. E questo nonostante l’analisi del trend del fenomeno criminoso degli ultimi 5 anni evidenziasse, rispetto al 2013, un calo importante dei furti in gioielleria (-33%), soprattutto in relazione al minor calo registrato da esercizi pubblici, tabaccherie ed esercizi commerciali. E soprattutto in relazione all’opposta crescita di furti registrata nel quinquennio da uffici postali, banche, distributori di carburante e farmacie. 

A Milano

Secondo l’analisi ABI-Ossif dei dati forniti dalla Questura di Milano sulle rapine negli esercizi commerciali nel Comune di Milano negli ultimi 10 anni, i reati sono in netto calo, con le rapine in testa (- 58%). Escludendo dall’analisi farmacie, supermercati e tabaccherie, nel 2017 le categorie più colpite sono stati i negozi, gli alberghi e i pubblici esercizi, e di nuovo le gioiellerie e i servizi. 

Come proteggersi

Anche se i numeri non parlano di vero allarme, per la tipologia e soprattutto per il valore della merce esposta e la relativa facilità di indebita appropriazione, le gioiellerie sono categorie commerciali che evidenziano un rischio tra i più alti in assoluto. Tra le dotazioni minime di ciascun orefice, orologiaio o gioielliere, si annoverano quindi un impianto di allarme certificato secondo il livello 4 (il massimo grado di rischio), e magari anche sistemi di videosorveglianza e nebbiogeni. La vetrina, tanto ricca quanto invitante per la criminalità, deve essere allarmata e protetta da griglie in ferro o infissi di sicurezza (vetri antisfondamento). Per selezionare la clientela si possono pensare sistemi a doppia porta, con aperture alternate (atte a bloccare i rapinatori). 

Progettare la sicurezza

Infine non deve essere trascurata la progettazione dei locali: occorre primariamente separare l’area aperta al pubblico da quella riservata al personale e in generale compartimentare il negozio in aree non comunicanti e dotate di porta con relativa chiusura. Lo scopo è suddividere il più possibile i valori e le stesse chiavi (anch’esse da spartire tra più persone) che possono dare l’accesso ai preziosi. Meglio sostituire poi le chiavi con tastiere digitali a codice. Il tutto senza trascurare ovviamente la qualità della cassaforte e un’adeguata copertura assicurativa – assolutamente imprescindibile.

Collaborazione interforze

Sono poi i numerosi protocolli e piani di collaborazione siglati con Prefetture e Questure a rafforzare i collegamenti tecnologici tra i punti vendita di preziosi e le Forze dell’Ordine. In particolare i protocolli sulla videosorveglianza prevedono l’uso di apparecchiature più moderne nei commissariati e nelle questure, che permetteranno di ottenere informazioni più tempestive in caso di emergenza. Il tutto nel rispetto delle normative in materia di Privacy e di diritto del Lavoro.

La versione integrale dell’articolo riporta tabelle, figure e interviste, per visualizzarle apri il pdf allegato. 

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