mercoledì, 3 luglio 2024

Articoli

Scarica allegato

Il Covid-19 ha fermato anche la criminalità?

08/01/2021

di Pier Luigi Martusciello - Head of Corporate Security BNP Paribas

Il Covid-19 ha fermato, oltre alle persone, alla produzione, all’economia e alla vita di moltissime persone, anche la criminalità? La domanda è senz’altro interessante e nasconde delle insidie. E’ mia opinione che in generale quanto è stato causato dal COVID abbia favorito e stia favorendo in modo molto preoccupante la criminalità organizzata, quella che utilizza i colletti bianchi e non fa le rapine in banca. Temo che le difficoltà economiche provocate a piccole e medie imprese siano un’occasione che la criminalità organizzata non si stia lasciando sfuggire per ripulire denaro sporco.

Tornando a temi che mi sono più vicini, i numeri presentati da OSSIF sono molto chiari per quanto riguarda le rapine in banca e parlano di un vero e proprio crollo nel 2020 (-56% dopo anni di costante riduzione). Parliamo di dieci rapine al mese mediamente e questi numeri così bassi sono solo in parte spiegabili con la situazione che stiamo vivendo, perché da fine marzo in banca si entra solo su appuntamento, gli ingressi sono controllati e quindi per il rapinatore è diventato ancora più complicato effettuare una rapina, ma se guardiamo bene i numeri di gennaio e febbraio in cui la vita era normale, la diminuzione era comunque sensibile (intorno al 30%). Tendo pertanto a pensare che il COVID abbia ulteriormente accelerato una tendenza già molto consolidata che anche con l’auspicato ritorno alla normalità sarà confermata. 

Cassette di sicurezza e caveau

Attenzione però, se il cash è sempre meno presente all’interno delle agenzie bancarie ed è sempre più complicato da raggiungere, oltre che negli ATM, si sta spostando all’interno delle cassette di sicurezza e questo trend non sfugge ai nostri antagonisti. Come in tutti i momenti di crisi economica accompagnati da grosso choc psicologico, è umano (per chi può) cercare in segreto di “accumulare fieno in cascina” e spesso la cascina è la cassetta di sicurezza, considerata a ragione il posto più sicuro dove “nascondere e custodire” i propri risparmi. Temo quindi che in futuro il trend criminale in crescita sarà cercare di aggredire i caveau/cassette delle agenzie e ciò comporterà un innalzamento del livello della sfida che i nostri antagonisti ci lanceranno, perché parliamo dei locali più protetti per antonomasia e quindi più difficili da violare. In sostanza mi aspetto un’evoluzione qualitativa in cui i criminali saranno disposti a prendersi più rischi nei loro attacchi, anche se saranno numericamente sempre meno. 

ATM: la storia si ripete

E’ un po’ quello che è successo con gli attacchi agli ATM, che negli ultimi anni sono cresciuti adottando tecniche sempre più avanzate e sofisticate, specialmente nelle tipologie di attacchi con gli esplosivi e negli attacchi cyber-physical. Prima di approfondire queste tecniche, vorrei però dare un po’ di numeri, che in questo caso sono invece molto preoccupanti. Nei primi nove mesi la percentuale degli attacchi rispetto allo scorso anno è in lievissimo aumento (+1,2%) ma il freddo dato percentuale, come tutti i dati, deve essere interpretato correttamente. Abbiamo avuto tre mesi di lockdown totale ed in questi tre mesi l’attività dei bad guys si è fisiologicamente abbassata (non totalmente, perché come dicevo il livello della sfida si è alzato), ma i mesi di Marzo, Aprile e Maggio sono gli unici in cui i numeri del 2020 sono inferiori all’anno precedente; tutti gli altri mesi segnano un sensibile aumento degli attacchi confrontati allo stesso periodo del 2019. 

Il crimine osa di più

Anche per questa tipologia di attacchi, noto la disponibilità delle bande criminali a correre più rischi del consueto, uscendo anche durante il coprifuoco, questo anche a causa di un fisiologico innalzamento della quantità di cash contenuto dai bancomat, dovuto alla già citata “difficoltà’” ad accedere in banca per i clienti, che rende l’attacco, se a buon fine, ancora più redditizio. 

Il crimine studia di più

Quella contro “le bande dei bancomat” è una lunga battaglia che ha visto negli anni il continuo rincorrersi di innovative tecniche di attacco e la messa in campo di soluzioni di sicurezza attive e passive sempre più sofisticate. Adesso il criminale che attacca un bancomat con l’esplosivo ha specifiche ed approfondite competenze tecniche, domina il materiale esplosivo che usa, conosce bene il tipo di ATM che attacca e come quest’ultimo reagirà al momento dello scoppio. Queste conoscenze consentono spesso al criminale di bypassare le contromisure a bordo, evitando per esempio la macchiatura delle banconote o l’efficacia delle misure di sicurezza attiva e passiva messa in campo. Infine la nuova frontiera degli attacchi multivettoriali è rappresentata dagli attacchi che, tramite una manomissione fisica, prendono il controllo logico dell’ATM, comandando l’erogazione di tutto il cash contenuto all’interno. 

Mai abbassare la guardia

In sostanza non mi sembra che al tempo del COVID il security manager in banca possa permettersi di abbassare la guardia, anzi… tutt’altro. 

La versione integrale dell’articolo riporta tabelle, box o figure, per visualizzarle apri il pdf allegato. 

Scarica allegato


Tutti gli articoli