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Business Leaders Survey: aziende italiane devono investire di più in innovazione e nuove tecnologie

16/06/2021

ROMA - I manager e le aziende italiane sono pronti per la ripartenza dopo la fase di emergenza sanitaria, ma non lo sono ancora a sufficienza per un cambiamento radicale. 

Sono valutazioni che emergono dai dati di una ricerca realizzata da Fiera Milano Media – Business International, appena presentata nell'ambito dell’evento Business Leaders, manifestazione digitale dedicata ai C-level del futuro. La ricerca, realizzata tra il mese di aprile e il mese di maggio 2021 su un campione di oltre 200 manager di alcune importanti società, di medie e grandi dimensioni, operanti in Italia, ha mostrato qual è il sentiment e quali sono le prospettive secondo i direttori finance, HR, procurement, sales, marketing e del risk management del nostro Paese.

Il 48% delle imprese conferma che continuerà a considerare lo smart working un caposaldo delle strategie di business e che quindi lo implementerà nella propria organizzazione, ma solo l’8.5% degli intervistati afferma che la propria azienda investirà in automazione e robotizzazione dei processi, su cui si dice impegnato soltanto l’1% dei rispondenti.

Se dunque quella che si affaccia all'era post-Covid19 è un'Italia che cambia, l’impresa del nostro Paese sembra rimanere molto più propensa all'outsourcing anziché all'investimento di risorse per lo sviluppo e l'innovazione.

Quello che emerge dalla survey è anche il fatto che questi mesi hanno insegnato molto a tante realtà. Se il 6% degli intervistati ha dichiarato che la sua società ha cambiato il proprio modello di business per fronteggiare le criticità proposte dalla pandemia, nei prossimi mesi invece più del doppio delle realtà (13%) prevede questo intervento. Mentre gli intervistati che dichiarano di voler implementare soluzioni di robotizzazione e automazione salgono all’8.5% (+850%). Al netto di questi positivi tassi di aumento, però, è evidente come questi valori risultino davvero irrisori per poter permettere una reale ondata di cambiamento in grado di coinvolgere tutto il Paese. Guardando al futuro, nel 24% dei casi aziendali rilevati continuerà a focalizzare la propria attenzione sull’outsourcing anche nei prossimi mesi. 

Quali sono le competenze dei manager nel futuro?

Risulta forse ancora concentrato sul "resistere" alla crisi quasi un manager su quattro (23.7%), ritenendo la resilienza, la flessibilità e la tolleranza allo stress qualità cruciali per il successo, e ponendo la creatività, l’originalità e l’iniziativa al secondo posto (16.3%).

Questa scelta trova una ragione nella sensazione di incertezza che le aziende continuano a vivere anche in Italia e che fa porre l’attenzione -  in terza posizione - su Team work e time management (10%), seguiti da formazione e apprendimento continuo (9%) e Critical thinking e predictive analytics (9%). In fondo si trovano quelle competenze tecniche che le aziende faticano a trovare sul nostro mercato, come la data analysis e l’innovazione (8.7%), technology use/design, computational thinking & programming (2.7%).

Un ulteriore aspetto che fa capire quanta strada vi sia ancora da fare è il fatto che skill come la leadership e la social influence (8%), il problem solving (7.6%) e l’Intelligenza emotiva (4.8%) che rappresentano oggi le chiavi di una buona governance capace di mettere al centro le persone, interpretare e gestire le situazioni, oltre che ispirare il proprio team di lavoro, risultino in fondo alle competenze desiderate dai C-level per affrontare il prossimo futuro. 


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www.fieramilanomedia.it



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