Il ripensamento degli strumenti finalizzati alla tutela della sicurezza urbana che ha interessato le normative degli ultimi anni ha riguardato anche la partecipazione dei privati (ANTONELLI V. La sicurezza in città ovvero l’iperbole della sicurezza urbana). La sede privilegiata per valorizzare il contributo dei privati è individuata nei “patti per la sicurezza urbana”.
Si prevede in tal senso che la sottoscrizione di tali patti debba tener conto anche di eventuali indicazioni od osservazioni acquisite dalle associazioni di categoria comparativamente più rappresentative, ribadendo in tal modo che la sottoscrizione del patto rimane riservata alle istituzioni pubbliche statali e locali.
Quando sono coinvolti i privati?
Diversi sono gli ambiti in cui possono essere coinvolti i privati. In particolare, per la realizzazione dei servizi e degli interventi di prossimità volti a prevenire e contrastare i fenomeni di criminalità diffusa e predatoria, è previsto il coinvolgimento, mediante appositi accordi, «delle reti territoriali di volontari per la tutela e la salvaguardia dell’arredo urbano, delle aree verdi e dei parchi cittadini». La disposizione, alquanto generica, è destinata ad un’attuazione non scevra da incertezza e confusione. Incerti appaiono la natura dell’accordo, i soggetti sottoscrittori, l’ambito di intervento, le misure programmabili.
Domenico Di Vita - Vicecomandante della Polizia locale di Battipaglia - prosegue questa importante analisi nel suo articolo.
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