MILANO - La videosorveglianza si avvia, per motivi tecnici e pratici, all’accumulo di importanti masse di dati. Parliamo di importanti influssi informatici, sotto il profilo digitale e telematico, che implicano la produzione e lo stoccaggio di masse di dati di volume sempre maggiore.
Una massa di dati non deve essere confusa con i cosiddetti Big Data: la prima è una mera raccolta di dati, di tipo esteso o limitato; i secondi, invece, sono tecnologie e metodi per l’elaborazione di dati e conseguente estrazione di informazioni. I dati sono tasselli che recano descrizioni tecniche a cui è necessario “dare un senso”.
Si presentano come elementi tanto informaticamente semplici quanto tecnicamente fragili, alterabili e violabili, come le infrastrutture ICT che li producono, li elaborano e li contengono, implicando la necessaria disposizione di tecniche di sicurezza informatica e mitigazione dei rischi cyber. I processi analitici dei Big Data recano peculiari elementi di rischio cyber.
Per approfondire questo importante tema, si può leggere l'articolo di Filippo Novario, Dottore di ricerca e già Docente a contratto per università nazionali ed internazionali di Informatica Giuridica e Forense; docente Ethos Academy, al seguente link:
http://www.secsolution.com/articolo.asp?id=433
Corsi in programmazione riconosciuti per il mantenimento e la preparazione alla certificazione TÜV Italia
WebinarLa cybersicurezza dei sistemi di videosorveglianza
Corso riconosciuto da TÜV Italia
Scenari, tecnologia e formazione sulla sicurezza in formato audio
Un'immersione a 360 gradi nella realtà dell'azienda