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Indagine Onu, Italia agli ultimi posti in Europa per la sicurezza informatica

08/08/2017

MILANO - In base ai dati rilasciati da un recente rapporto redatto dall’International Telecommunication Union (ITU), l’agenzia Onu che si occupa di Tlc e politiche della rete, l’Italia si trova al 15esimo posto (su 19) tra le nazioni europee prese in esame riguardo alla sicurezza informatica.

Da quanto riporta la seconda edizione del Global Cybersecurity Index, i fattori che collocano il nostro paese al 31esimo posto a livello mondiale sono diversi. In generale, il problema più grave riguarda le scarse misure legali e normative contro hacker e cybercriminali e la mancanza di standard sulla sicurezza informatica per i professionisti del settore. Non esistono, ad esempio, gli standard etici di base per chi si occupa di cybersecurity.

L’Onu, per quanto riguarda le strategie da adottare in futuro, indica anche che l’Italia non possiede un piano con adeguate misure di prevenzione, in particolare in previsione di nuovi tipi d’attacco che, sempre temibili, sono "dietro l’angolo", vista la rapidità con cui si manifestano sempre nuovi malware. Il nostro paese non viene però bocciato completamente. Vengono, al contrario, elogiati e apprezzati i progetti per la protezione dei minori online, come il recente DPCM sul programma nazionale di protezione cibernetica e sicurezza informatica, che ha dato il via libera ad un’agenzia ad hoc responsabile per la tematica.  

Viene inoltre rilevato che l’Italia ha una buona legge sulla cybersecurity e una solida rete di Computer Emergency Response Team (CERT) a livello nazionale, governativo e settoriale. Sono però necessari impegni e investimenti maggiori su questo tema, così da scongiurare il pericolo di dare un grande vantaggio economico ai vari gruppi di cyber criminali, che negli ultimi mesi hanno dimostrato di poter tenere in scacco aziende in ogni parte del mondo.

 


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