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Fare sicurezza della cultura per fare cultura della sicurezza

20/02/2013

VICENZA - Fare del bene è incredibilmente complicato. 

Lo diceva un cugino missionario, ma pare bene attagliarsi anche alla Fondazione Enzo Hruby, che dal 2007 mette in sicurezza pro bono le opere architettoniche e museali più importanti del nostro paese. Sono venti i siti (tre dei quali dichiarati dall'Unesco patrimonio dell'umanità) che Fondazione Hruby ha già messo in sicurezza: una percentuale che intreccia, come mai prima, la storia di una famiglia di imprenditori alla storia dei beni Unesco. E tuttavia, per quanto paradossale possa sembrare, non sempre lo spirito di servizio prevale rispetto ad una burocrazia ripiegata su se stessa e spesso priva di strumenti normativi adeguati, tanto da arrivare a chiedersi “come indire una gara d'appalto per scegliere chi regala di più”. E' così che il denaro scivola via e viene destinato ad altre opere.

Fortunatamente non è stato questo il caso della Basilica Palladiana di Vicenza, patrimonio Unesco (come l'intera città) sin dal 1996. Il felice incontro tra la famiglia Hruby e l'amministrazione comunale,avvenuto in fiera Sicurezza,ha immediatamente portato frutto: la Basilica è oggi protetta da 16telecamere fisse ad alta risoluzione che controllano il porticato, 5 speed dome orientabili che sorvegliano le piazze circostanti e una telecamera panoramica a 180 gradi. Le immagini, trasmesse 24h su fibra ottica, possono essere zoomate e riselezionate dalla polizia locale e nazionale. L'impianto è alimentato giorno e notte dai sistemi di supporto Riello UPS. La qualità delle immagini e il posizionamento strategico delle telecamere, installate gratuitamente da Pieffe Sistemi ed integrate nel già ampio sistema di videosorveglianza urbana, consentono di monitorare molto efficacemente l'area, liberando al contempo agenti sul territorio.

Non solo: riversando sicurezza sulla Basilica, si valorizzano anche i beni, le attività e tutte le iniziative, culturali e non, che insistono sul territorio vicentino. Facendo sicurezza della cultura e per la cultura, si valorizza l'intero impianto cittadino. Del resto, la cultura è una materia prima di cui Vicenza è assai ricca e che non ci si può limitare ad estrarre: la cultura va fertilizzata e trasformata con opportuni investimenti. L'opera di Fondazione Enzo Hruby è quindi ancor più apprezzabile in tempi incerti come quelli che stiamo vivendo – ha dichiarato Giuseppe Zigliotto, Presidente di Confindustria Vicenza, nella conferenza stampa di presentazione del lavoro sulla Basilica.
Anche per Claudio Ricci, Sindaco di Assisi e Presidente dell'Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco, l'Italia “è una miniera delle meraviglie che dobbiamo ancora finire di scavare”. In questo senso, la sinergia tra pubblico e privato è la vera “salvezza dei Comuni, già strozzati dai patti di stabilità” - come ha dichiarato il vicesindaco di Vicenza, Alessandra Moretti. Salvezza non solo per la restituzione di complessi unici al mondo (come la Basilica, iscritta all'Unesco per l'influenza del genio palladiano nell'opera architettonica ed urbanistica dell'intero Nord Europa – ha spiegato Francesca Riccio dell'ufficio Unesco), ma anche per l'importante indotto che si è da subito riverberato sul tessuto sociale ed economico della città.

 

Proteggere (quindi manutenere, quindi restaurare, quindi mettere in sicurezza contro furti e vandalismi) significa infatti promuovere il territorio. Soltanto le riprese in tempo reale della Basilica, visibili già ora sul sito del Comune di Vicenza, avranno un forte impatto turistico. E non solo: l'inclusione della Basilica tra i beni protetti dall'Unesco rinsalda il vincolo tra paesaggio urbano e paesaggio umano. “La vocazione architettonica della città diventa motore per l'educazione urbana e centro di ricerca per la costruzione di un'identità culturale contemporanea” - ha dichiarato Francesca Lazzari, Assessore alla progettazione e innovazione del territorio ed alla cultura del Comune di Vicenza.

Sarebbe quindi auspicabile che l'investimento in cultura uscisse dalla sporadicità volontaria per assurgere a circuito virtuoso permanente. Tra l'altro il tema culturale si può affrontare anche in termini di stretta redditività. Questo purché non ci si limiti ai segni positivi o negativi del bilancio di un determinato sito, ma purché si guardi alla sua capacità di incidere sul sistema economico. Ebbene, sotto questa prospettiva lo stato italiano investe in cultura meno della metà dei paesi europei e i Comuni investono meno di un terzo. “E questo nonostante il moltiplicatore per investimento in cultura sia del 20%” - ha rilevato Carlo Hruby, Vicepresidente della Fondazione. “Nella sola Lombardia, il 33% dei Musei non è dotato di impianto antincendio e il 23% non dispone di sistema antifurto, oppure non sa come usarlo”. Questo non per imperizia, ma come naturale retaggio di una formazione prettamente umanistica degli addetti ai lavori. “Talvolta basterebbe un minuscolo accorgimento per far funzionare un impianto 'rotto' o per dare colore alle immagini in bianco e nero: per questo, assieme agli operatori di buona volontà che vorranno aggregarsi, la Fondazione Hruby continuerà a divulgare la cultura della sicurezza, nell'intento di dare sicurezza alla cultura” - ha concluso Hruby.

 



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