MILANO - In seguito degli attacchi terroristici dello scorso novembre, le Autorità francesi hanno decretato una serie di no-fly zones su tutti i dieci stadi interessati dai Campionati europei di calcio, estendendo poi il divieto di passaggio dei droni anche ai campi di allenamento delle 24 squadre nazionali coinvolte nel torneo. “Oltre alle camere, i droni possono benissimo trasportare ordigni d’ogni genere” - hanno spiegato, argomento sufficientemente caldo e persuadente per scongiurare qualsivoglia apertura di dibattito.
Ma se l’uomo è davvero la somma delle sue conoscenze, come amava ripetere Benedetto Croce, allora per certo nel nostro scibile non dimorano le implicazioni portate dalla rivoluzione dei droni. Per intanto il loro moltiplicarsi ha introdotto una nuova limitazione di spazio, delimitando a macchia di leopardo le aree urbane antropizzate a seconda di direttive applicabili in tempo reale. Come se tante piccole Coree del Nord si avvicendassero su Google Maps, scomparendo all’area di volo secondo dettami immediati e inappellabili.
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