MILANO – Se è vero che l’Internet of Things rappresenta un’opportunità fantastica, capace di migliorare la produzione industriale, la gestione dell’energia e la qualità della vita nell'ambito delle città, delle singole abitazioni e delle persone, è anche vero che tutto questo ha un costo.
In tutto il mondo la spesa per la “IoT security” salirà dagli attuali 348 milioni di dollari fino a 840 milioni nel 2020, secondo la più recente stima di Gartner. La crescita della spesa sarà in una fase iniziale moderata, per poi accelerare a fine decennio.
Le aziende si focalizzeranno “sempre di più sulla gestione, sugli analytics e sul provisioning dei dispositivi e dei dati”. Ma questo non sarà sufficiente: per alimentare e far crescere l’IoT applicato a diversi contesti, sarà necessario “tenere il passo con le esigenze di monitoraggio, detenzione delle minacce, controllo degli accessi e con altre necessità di sicurezza”. Non si tratta di un’impresa da poco, alla luce soprattutto delle attuali debolezze ancora da risolvere nei sistemi di comunicazione, negli oggetti, nelle interfacce e nelle reti dell’Internet of Things.
Per l’anno 2020 Gartner ipotizza inoltre che oltre un quarto degli attacchi diretti alle aziende coinvolgeranno l’Internet of Things. A questa ascesa, però, non corrisponde un adeguato incremento dei budget di sicurezza aziendali, che per l’IoT saranno disposte a investire solo il 10% in più di quanto non facciano oggi. Sempre secondo Gartner, nel 2020 metà delle implementazioni di Internet delle cose utilizzerà un servizio di sicurezza cloud-based con lo scopo di assecondare regolamenti e standard.
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